Il valore del quaderno di bella copia e quella voglia di pulizia

Il valore del quaderno di bella copia e quella voglia di pulizia

Di Nicola Sajeva

Un nuovo anno scolastico, nonostante il Covid, è iniziato e ritorno a rivivere tutte le sensazioni che attraversavano il mio cuore quando, lasciandomi le vacanze alle spalle, tornavo a respirare l’atmosfera dell’aula scolastica.

Un’atmosfera che aveva bisogno di arricchirsi, di rinnovarsi, di aggiornarsi, di superare le frontiere raggiunte l’anno precedente, di aprirsi alle novità che vanno prendendo posto nella realtà quotidiana.

Era il momento della ricerca delle strategie più efficaci ma era il momento anche di rischiare l’avventura di un percorso nuovo: era il momento di prendere consapevolezza dei fallimenti che avevano tentato di scoraggiarci. Tutto questo per dare all’alunno il massimo in termini di istruzione ma principalmente in termini di sviluppo della personalità.

Tutto qua il fascino ma anche la responsabilità dell’attività dell’insegnante. Non trascurare nulla, considerare importante il più piccolo dei particolari, potenziare le capacità più nascoste, favorire uno sviluppo armonico, aiutare a sostenere la nascita di quella irripetibile identità personale destinata ad arricchire la società del futuro.

Ogni grossolana improvvisazione e distrazione può determinare deviazioni che domani potranno risultare non più controllabili.

Il quaderno di bella copia diventava segno di attenzione, proposito di non ripetere un errore, di completare nel migliore dei modi una paginetta, di mantenere e manifestare una pulizia che rispecchiasse il miglioramento raggiunto con tanto impegno.

Il quaderno di bella copia!

Non so se ancora trova posto tra le cose più preziose dell’armadio delle nostre aule scolastiche; non ho svolto alcuna indagine per constatare se è ritenuto ancora importante. Temo forse che mi si voglia convincere che ormai la velocità che caratterizza tutta la nostra esistenza non può più concedere spazio, accoglienza, motivazione  valida per la sua sopravvivenza. Temo che mi si inviti a svegliarmi, a rendermi conto che i tempi sono cambiati e quindi a capire tutto l’assurdo di tale proposta. Non sono portato a considerare valido ciò che viene condiviso da una maggioranza, non ritengo opportuno tastare il polso, procedere ad eventuali indagini conoscitive.

Usciamo ora dall’aula scolastica, entriamo in tutti gli altri ambienti che spesso diventano spazi abilitati a promuovere momenti di formazione umana.

Sono tante le persone a cui vorrei regalare un bel quaderno di bella copia che riuscisse a trasmettere gli stessi propositi che sbocciano nel cuore del bambino che, sin dalle prime esperienze scolastiche, impara l’arte di sbagliare il meno possibile.

Un bel quaderno ai signori Sindaci, un altro ad ogni consigliere comunale, non dimenticherei tutti i dirigenti scolastici, lo stesso regalo a tutti gli operatori scolastici, sanitari, ecologici, a quanti dovrebbero offrire la loro fatica giornaliera per tinteggiare di speranza la vita delle future generazioni.

Da più parti si cerca un’ancora, un sentiero per uscire da un’evidente situazione di stallo che inquieta le nostre coscienze e interpella le nostre capacità.

Il quaderno di bella copia può rappresentare oggi quella voglia di pulizia che, irradiata su tutte le nostre attività, può costituire la carta vincente per superare la caduta di tensione, il crollo dei valori, le posizioni di rinuncia, gli atteggiamenti egoistici, l’incapacità di sognare realtà migliori.

 

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