Shemà. Commento al Vangelo del 6 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: Lc 10,38-42
martedì 6 ottobre 2020
San Bruno
La liturgia di oggi, ci porta a cogliere il valore della nostra vita di fede e ci indica come poterla rendere feconda, secondo i criteri di Dio. Nella prima lettura troviamo San Paolo che, in Gal 1, 13-24, ci presenta la sua testimonianza e l’effetto che la sua esperienza ha provocato nella missione che il Signore gli ha affidato di essere “apostolo delle genti“, cioè dei pagani. Paolo afferma: “Dio mi ha scelto fin dal seno di sua madre e mi chiamò con la sua grazia” e aggiunge: “si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti“. In queste parole Paolo conferma anche noi perché anche noi siamo chiamati da Dio per grazia, non per meriti, e anche a noi ha rivelato il Figlio suo perché possiamo anche noi annunciare il Suo Vangelo lì dove viviamo. La nostra vita di fede quindi ha un grande valore: è sempre testimonianza dell’amore di Dio per tutti gli uomini e le donne di questa terra, nella misura in cui accogliamo il Figlio di Dio, Gesù, il nostro Salvatore e Signore. Ed è proprio per questo che il Vangelo ci mostra un episodio della vita di Gesù, descritta abilmente dall’evangelista Luca, come fosse un quadro, o un’immagine che riproduce un momento di familiarità con Gesù. Marta accoglie Gesù nella sua casa e questa sua accoglienza è già un modello per noi, ma il Vangelo oggi desidera portarci a un’accoglienza perfetta di Gesù, perché in noi la sua presenza possa essere feconda, come lo è stata per Paolo e per tutte le persone che Gesù chiamato al suo seguito, anche per Marta! Certo, come per tutti, è stato necessario un intervento di Gesù, perché potesse essere aiutata, e anche noi oggi attraverso lei, ad accogliere Gesù nel migliore dei modi. Maria, la sorella di Marta, che sta ai piedi di Gesù, che sta con Lui, senza cercare a tutti i costi di fare qualcosa per Lui, ma lasciando maturare nel cuore il servizio migliore che a Gesù potesse far piacere. Lei, ci dichiara Gesù in questo testo, “ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta“. Ecco allora come accogliere Gesù, come rendere feconda la nostra vita di fede: lasciando operare Lui invece che fare noi, restare lì dove siamo, senza affannarci, ma aspettando con fiducia che Gesù faccia quello che può fare solo Lui per noi. Ascoltare il cuore e lasciare che si affezioni a Gesù, che si innamori di Lui, delle sue parole, dei suoi atteggiamenti, fiduciosi che, visto che Lui ci ama, farà di tutto per renderci felici. Questo è ciò che ci ha mostrato con la vita anche il santo che oggi la liturgia ci fa ricordare: San Bruno, fondatore dell’ordine dei Certosini, monaci eremiti, persone che scelgono di vivere nella solitudine e nel silenzio per vivere dell’essenziale e trovare, così, una profonda comunione con i fratelli, con tutti. Il servizio di queste persone è cercare questa profondità della comunione fraterna che si realizza nel silenzio dell’amore. Può apparire incomprensibile, ma è una chiamata che ci interpella. San Bruno, che aveva il dono di attirare tante persone e tanti giovani alla vita eremitica, oggi ci interpella come testimone di questa fecondità che la liturgia ci fa contemplare oggi. Lasciamoci plasmare il cuore dalla liturgia di oggi, lasciamo che il Signore non solo venga accolto da noi, ma che ci possa parlare, che possa agire nella nostra vita, in questa giornata! Concludo con un invito che era quello che faceva San bruno ai giovani che lo ascoltavano: « Provate e vedrete quanto sia dolce servire il Signore con tutto l’affetto dell’anima» Buona giornata!
Lc 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos