Toni Brandi (Pro Vita e Famiglia): “dare un immobile in base all’orientamento sessuale è incostituzionale”
Di Angelica La Rosa
“100.000 euro di fondi pubblici per le case a gay e ai disabili nulla? Palazzo Marino cerca partner per la Casa Arcobaleno, destinata a suo dire per l’accoglienza e l’inclusione sociale di giovani senza dimora allontanati dalle famiglie a causa dell’orientamento sessuale. Ma nulla va ai disabili che non riescono neanche a tornare a scuola, i cui diritti di accesso alla viabilità, all’assistenza domestica e agli insegnanti di sostegno spesso non vengono rispettati. Queste persone, non di rado, sopravvivono grazie agli enormi sforzi dei genitori, uno dei quali è costretto a lasciare il lavoro per accudire h24 i propri figli. Eppure restano abbandonati a se stessi” ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus (nella foto a destra), in merito all’idea di una casa rifugio per omosessuali.
“Ma c’è un altro problema. Condividiamo la denuncia, oggi apparsa sul quotidiano Libero, del rischio di una corsia preferenziale per i ragazzi gay quando si tratterà di dare un appartamento a chi non ce l’ha. Sarebbe incostituzionale, perché i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge” ha continuato Brandi.
“Un conto – ha aggiunto e concluso – è preoccuparsi e proteggere le vittime di violenza, di ogni credo, colore o sesso, un conto è decidere a chi destinare un immobile in base all’orientamento sessuale. Due cose ben diverse. Neanche è diventata legge la proposta su l’omotransfobia di Zan, che già si intravedono le discriminazioni che inizieranno a tambur battente dal giorno dopo: tutti quelli che non sono gay e legati a lobby LGBT saranno penalizzati”.
Coraggio, Pro Vita e Famiglia.
Non penso che avrete sostegno da parte della Curia Arcivescovile, visto l’andazzo di almeno 30 anni a questa parte.