E se si proponesse la Bibbia come manuale per i giovani?
Di Andrea Sarra
Credo che al giorno d’oggi siano molti gli adulti che si chiedono come possa essere avvenuto questo incredibile mutamento, questo profondo divario fra il mondo di oggi e quello di ieri: mi riferisco ad esempio, alla gioventù degli anni ’70 -’80. Sicuramente in ogni epoca ci sono stati cambiamenti nei costumi, nei modi di esprimersi e di vivere ma, davvero, bisognerebbe interrogarsi sui motivi del disinteresse dei giovani (ma non solo di essi) nei confronti del sacro e della religione, sulla perdita di autorevolezza dei genitori e dei docenti, sulla mancanza di credibilità della scuola stessa, sullo smarrimento dei principi etici e morali della società, sulla mancanza di ideali: sarebbe sufficiente ascoltare le risposte (a domande di varia natura) che talvolta si ascoltano in alcune trasmissioni televisive e rivolte a persone prese a caso per strada per rendersi conto con chiarezza dei mali che affliggono molte persone: ignoranza, superficialità, mancanza di valori, disorientamento, torpore spirituale, nichilismo (in particolar modo diffuso tra tanti protagonisti dello spettacolo, dello sport e della politica).
Complice il ritmo frenetico di una società in continua evoluzione (da anni ormai negativa), ci troviamo così a confrontarci con una generazione che pare ripudiare qualsiasi regola e sembra indifferente dinanzi a qualsiasi problema. Forse, dovremmo interrogarci tutti: genitori, docenti, catechisti, parroci, politici e chiederci, magari, cosa sarebbe cambiato se questi giovani nel corso della loro adolescenza – ma anche prima – fossero stati guidati passo passo in un cammino di fede, di autentica ricerca dei valori, di un approfondimento spirituale più consapevole. Non avrebbero magari potuto vivere più serenamente ogni loro esperienza? Se ci fossimo preoccupati un po’ meno di assecondarli nelle loro richieste (magari esagerate) di libertà, di desideri talvolta fatui e materiali e li avessimo un po’ avvicinati al solo, all’Unico che veramente rende l’uomo libero?
Spesso mi tornano in mente le mie ormai lontane esperienze scoutistiche, le prime conoscenze di fede, le letture giovanili… credo che siano ben poche le persone della mia età che, nella loro infanzia e adolescenza, non abbiano letto e conosciuto le storie di Topolino, zio Paperone, Paperino con tutti gli altri famosi personaggi…E chi non si sarà mai imbattuto nei tre nipotini Qui Quo e Qua, nel loro celebre Manuale delle giovani marmotte? Ecco, proprio quest’ultimo, Il Manuale delle giovani marmotte, rappresentava per noi ragazzi una vera e propria enciclopedia universale tascabile, una specie di Wikipedia in cui era racchiuso tutto lo scibile umano. Che fascino tremendo esercitava! Confesso che anch’io ero fra quei ragazzi che sognavano di comprare il Manuale delle giovani marmotte nella segreta speranza di trovarvi le soluzioni più spettacolari per poter stupire tutti gli amici. In fondo, ciò che cercano i ragazzi è proprio trovare uno stimolo per calarsi al centro dell’attenzione, per dimostrare che si può essere bravi e rapidi nel risolvere problemi, nel trovare un aiuto nel momento della difficoltà, trovare risposte nel momento del bisogno. Era ciò che anch’io fortemente desideravo nel mio inconscio, chiarire i piccoli e grandi dubbi della mia età. Non sapevo ancora, però, che il vero manuale, la chiave di lettura della mia vita sarebbe stata ben altra cosa. Frequentando il catechismo, ho iniziato ad avvicinarmi alla lettura di alcuni passi del Vangelo e della Bibbia. Dapprima però lo feci solo come un dovere, quasi un obbligo di studio ma, con il passare degli anni, arrivai a scoprirne il piacere della lettura. Così, pian piano, intesi il libro sacro dei cristiani sempre più come una sorta di allenamento spirituale, quasi come un antidoto contro le difficoltà e gli ostacoli della vita. Attraverso la lettura della Bibbia, calandomi nelle varie realtà storiche, compresi che, da sempre, l’uomo ha attraversato momenti di dolore e di prova. Da sempre ha anche cercato le risposte ai suoi interrogativi, ai dubbi, alle paure che scaturivano dai conflitti e dalle sventure. Così la Bibbia divenne – e lo è tuttora – il mio prezioso Manuale di vita.
Mi piacerebbe poter spiegare con un semplice paragone ciò che io ho compreso: la lettura della Bibbia si può paragonare ad un’ascesa continua… è come osservare un paesaggio mentre si sta salendo su un’altura… partendo dalla pianura dapprima si può notare solo un’area limitata, specialmente se ci sono ostacoli che impediscono la completa visuale; poi, man mano che si sale si può osservare meglio il paesaggio intorno, la visuale si estende, si amplia l’orizzonte, sino ad avere un punto di vista differente dal precedente. Se si prosegue ancora, fino in cima, si può godere di uno spettacolo meraviglioso nella sua totalità, più vario e diverso, che completa ciò che si vedeva inizialmente. Ed ancora, ripetendo la scalata altre volte, si potrà visualizzare da altre prospettive lo stesso paesaggio e si potranno notare particolari che prima erano sfuggiti.
Ecco, con la lettura della Bibbia avviene la stessa cosa: può accadere che alla prima lettura si riescano a fugare alcune incertezze e poi, attraverso una lettura più approfondita, emergano risposte più efficaci. Leggendo e rileggendo ancora, si aggiungono altri punti di vista che implementano quanto già rilevato sino a giungere ad una risposta sempre più esauriente.
Oggi tante persone – in special modo i giovani – si affannano nella ricerca di una felicità materiale che, in realtà, poi si rivela fonte perenne di insoddisfazione. Così, quotidianamente, i media evidenziano, attraverso una documentata – spesso morbosa – cronaca nera, le tragedie umane della nostra società con i drammi vissuti dalla gente.
Molti credono infatti di realizzare lo scopo della loro vita inseguendo vanamente idoli effimeri (denaro, successo, droga, alcool, sesso, auto di lusso bella vita od altro) ma non conoscono la via per appagare la loro sete di felicità, il loro desiderio d’infinito… forse perché è mancato l’esempio, quell’insegnamento essenziale … Allora forse bisognerebbe avere il coraggio di tornare indietro per comprendere ciò che è mancato…
Ecco perché, tante volte, ho pensato che basterebbe nelle scuole far leggere agli alunni qualche brano del Siracide o del libro dei Proverbi per cominciare ad appassionarli alla lettura della Bibbia: quanta saggezza e quanta verità questi libri riescono a comunicare con tanta semplicità! E dunque, se nella vita c’è bisogno di guide, di manuali, perché non offrire loro la Bibbia che insegna a conoscere e ad amare Dio e, in quanto Parola di Dio, si potrebbe proprio definire il Manuale per eccellenza?