Shemà: “Dobbiamo consegnarci a tutti coloro che ci vivono accanto”
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
Sabato 26 settembre 2020
«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Sono le parole che Gesù oggi consegna ai suoi discepoli, e perciò anche a noi, in un momento in cui tutti erano ammirati delle cose che faceva.
Soffermiamoci a contemplare questo quadro: Gesù è nel pieno del successo, tutti gli riconoscono onori e dove Lui passa suscita un senso di ammirazione. Ed è in questa situazione che Gesù annuncia la sua consegna nelle mani degli uomini. Non si adagia negli onori e non si fa distrarre e annuncia il fine della sua vita, che non è quella di suscitare ammirazione, ma di consegnarsi nelle nostre mani.
Il Signore desidera che noi ricordiamo sempre, che teniamo in mente in ogni momento l’atto d’amore più grande che ha fatto per noi: la consegna di tutto se stesso, del suo corpo, del suo cuore, della sua vita per noi, in noi.
Chiediamo che nella vita non ci meravigli nulla più di questo, che non susciti ammirazione nient’altro che non sia l’amore che Gesù ha avuto nel consegnare se stesso per noi.
Il testo specifica che i discepoli non capivano, non coglievano il senso delle parole di Gesù e che avevano timore di chiedere spiegazioni, un timore lecito e anche giusto, perché l’amore non si può spiegare, infatti di lì a poco avrebbero visto con i loro occhi cosa significa essere consegnati nelle mani degli uomini.
Loro stessi, i discepoli, vivranno questo e anche noi, oggi, siamo chiamati ad accogliere questo progetto di vita che sta nell’essere consegnati a tutti coloro che ci vivono accanto.
Il verbo usato nel testo è paradidomi alla forma passiva: una consegna che dice, nel suo svolgersi, una reciprocità, una relazione. Se ci pensiamo bene niente e nessuno può essere consegnato se non c’è prima una situazione, un accordo, un progetto già stabilito. Inoltre, la forma passiva, come in tutte le forme verbali del Nuovo Testamento, indica quello che i teologi chiamano un “passivo teologico”, cioè un’azione compiuta da Dio stesso. Chiediamo allora al Signore di farci entrare in una relazione più intima con Lui, così che anche noi possiamo lasciarci consegnare agli altri, come ha fatto Lui. Buona giornata!
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos
Prima Lettura
Dal libro del Qoelet 11,9 – 12,8
Godi, o giovane, nella tua giovinezza,
e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù.
Segui pure le vie del tuo cuore
e i desideri dei tuoi occhi.
Sappi però che su tutto questo
Dio ti convocherà in giudizio.
Caccia la malinconia dal tuo cuore,
allontana dal tuo corpo il dolore,
perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.
Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»;
prima che si oscurino il sole,
la luce, la luna e le stelle
e tornino ancora le nubi dopo la pioggia;
quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
e si chiuderanno i battenti sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
quando si avrà paura delle alture
e terrore si proverà nel cammino;
quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento
e il cappero non avrà più effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
prima che si spezzi il filo d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga
e si rompa l’anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo,
e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,
e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
tutto è vanità.
Salmo Responsoriale
Sal 89
RIT: Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca 9, 43-45
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
GIULIVA DI BERARDINO*
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.