Shemà: “Erode, un re che invece di ascoltare fa tacere la sua coscienza”

Shemà: “Erode, un re che invece di ascoltare fa tacere la sua coscienza”

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

***

IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Lc 9,7-9

Giovedì 24 settembre 2020

 

Oggi il Vangelo ci fa incontrare  subito il personaggio di Erode, il tetrarca.

Il Vangelo ci ha già parlato di Erode, presentandolo come un uomo compromesso nelle strategie di palazzo, imprigionato dal suo stesso potere, il re che aveva fatto decapitare il profeta Precursore di Cristo: Giovanni il Battista.

Sappiamo anche che per amore del potere e del successo, Erode aveva ripudiato la propria moglie legittima, accogliendo nel suo palazzo la moglie di suo fratello.

Una situazione che il Battista, come sappiamo, aveva denunciato apertamente. Forse perché quel ripudio, che aveva provocato a sua volta una scelta illegittima e immorale, fu il motivo di una guerra, quella contro i Nabatei.

E Giovanni, profeta precursore del Messia, sapeva che quella guerra poteva essere evitata, se il tetrarca fosse stato più attento alle persone che alle cose, se avesse considerato la moglie come una persona e l’avesse rispettata, amata, invece di ripudiarla e sostituirla con un’altra donna, che desiderava più il lusso della corte che il suo vero bene.

Il vangelo allora ci presenta Erode come un re che, invece di ascoltare, fa tacere la sua coscienza. Eppure oggi Erode ci appare tormentato “non sapeva che cosa pensare“, afferma il testo. Il verbo greco utilizzato nel testo è diaporew che letteralmente significa essere sprovvisto di mezzi, e, quindi, essere nell’imbarazzo, stare in ansia, in agitazione.

Erode aveva fatto di tutto per togliere di mezzo il profeta, aveva fatto di tutto per togliere di mezzo quella persona che le dava ansia, che la metteva in imbarazzo, che gli portava agitazione e pensava di stare tranquillo: quella persona non esisteva più. In fondo questo Erode non è così lontano da noi: quante volte cerchiamo di mettere a tacere la coscienza allontanandoci dalle persone che ci danno scomodo; quante volte preferiamo stordirci tra le parole e le cose piuttosto che ascoltare il nostro cuore; quante volte ci adattiamo al pensiero della maggioranza invece di scegliere secondo coscienza!

Giorni fa ascoltavo la predicazione di un mio caro amico padre Agostiniano e lui diceva apertamente che spesso anche dietro grandi vizi possiamo scorgere un desiderio di Dio di cui ancora non abbiamo coscienza, perché in ogni uomo e in ogni donna che vive su questa terra Dio ha messo una scintilla del Suo amore divino, però tutti abbiamo bisogno di profeti, di persone che ci dicano la verità anche sulle nostre mancanze di amore; abbiamo bisogno di persone che ci amino davvero, che ci mettano in questione senza giudicarci.

Ecco, allora oggi preghiamo perché il Signore rinnovi in noi la grazia della profezia, che faccia scendere su di noi, in modo nuovo, lo Spirito di profezia che era su Giovanni il Battista, su Elia e sullo stesso Gesù, nostro Signore. Erode desiderava vedere Gesù, perché la profezia ci fa desiderare la conversione del cuore. Buona giornata!

IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

LE LETTURE DEL GIORNO

 

Prima Lettura
Dal libro del Qoelet 1, 2-11

Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta
nei secoli che ci hanno preceduto.
Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito.

Salmo Responsoriale
Sal 89

RIT: Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca 9, 7-9

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

 

GIULIVA DI BERARDINO*

 

* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.

 

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