Tre notizie agghiaccianti dal mondo islamico…
Di Lorenzo Capellini Mion
L’avvocato per i diritti umani Nasrin Sotoudeh fu arrestata nel 2018 con l’accusa di collusione e propaganda contro i corrotti barbuti che in nome del Corano tengono in ostaggio l’Iran da 40 anni.
La famosa attivista fu condannata a 38 anni di prigione e a 148 frustrate.
Circa 40 giorni fa Sotoudeh, detenuta nel famigerato carcere di Evin, è entrata in sciopero della fame per denunciare la terribile condizione carceraria dei prigionieri politici e per richiederne il rilascio.
Da qualche giorno l’avvocato dei senza voce è stata ricoverata in ospedale a causa di problemi cardiaci, respiratori e per la bassissima ressione sanguigna, notizie sulle sue condizioni ci giungono grazie a suo marito
Che sia benedetta questa donna coraggiosa e che non sia lasciata sola.
Intanto, secondo una recente indagine il 72% degli iraniani sono contrari al velo obbligatorio, il 68% vorrebbe che i precetti religiosi fossero slegati dalla legge.
E dopo 40 anni di teocrazia il 60% dei persiani non si professa musulmano.
Il regime ha i mesi contati e se il mondo libero parlasse ad una sola voce la Persia sarebbe già libera e non ci sarebbe bisogno del sacrificio di eroi come Nasrin Sotoudeh e Navid Afkari.
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In un attacco aereo dell’esercito regolare afgano contro il villaggio
di Sayed Ramazan, nel nord del paese, sono morti 24 civili, compresi alcuni bambini.
Il villaggio si trova nella provincia settentrionale di Kunduz nel distretto di Khanabad ed, è controllato dai talebani che negano ogni attività militare nella zona.
Da parte sua il ministero della Difesa afghano ha detto che negli attacchi aerei solo stati eliminati 30 combattenti talebani ma, ha aggiunto, verrà aperta un’indagine.
Ventiquattro civili, tra cui cinque bambini e in Occidente non è votata una mosca.
Perché dobbiamo commuoverci a comando, perché siamo trattati come pecore.
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Il giornale unico non ha trovato spazio per Joao Azevedo, un ragazzo di 29 anni portoghese che sabato 12 settembre si trovava in un ristorantino all’aperto quando è stato pugnalato da uno sconosciuto ed è morto dissanguato davanti alla sua fidanzata.
L’omicidio del giovane, scelto a caso, è stato confessato da Omer A., un turco residente in Svizzera che è stato arrestato con ancora addosso l’arma del delitto e una copia del Corano.
L’uomo si è giustificato dicendo di averlo fatto per “vendetta contro lo stato svizzero, che voleva attaccare qualcuno che rappresentasse la Nazione” a proposito di razzismo.
Voleva vendicare il Profeta, per dirla con parole sue.
Secondo diversi report il nome di Omer E. era nei file dei Servizi di intelligence della Confederazione (SRC) perché considerato un pericolo per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera dal 2017.
Le autorità ora parlano di instabilità mentale, perché se si tratta di difendere la reputazione della “religione di pace” tutto il mondo è paese.
Per me gli instabili mentali sono coloro che guardano ma si ostinano a non vedere mentre familiari e amici piangono un’altra vittima sacrificale portata sull’altare del globalismo ideologico.