Shemà: “siamo invitati ad aprire mente e cuore all’immensità di Dio”

Shemà: “siamo invitati ad aprire mente e cuore all’immensità di Dio”

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

***

IL COMMENTO TESTUALE

Domenica 20 settembre 2020

Oggi è la venticinquesima domenica del tempo ordinario e la liturgia ci fa contemplare la grande misericordia di Dio per tutti noi, una realtà che possiamo solo contemplare e che siamo chiamati ad accogliere, non a discutere o calcolare in base alle nostre aspettative e i nostri criteri.

Il testo del Vangelo di oggi proclama un ribaltamento di situazioni alla quale noi siamo chiamati a prepararci: gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi. E a questa realtà corrisponde l’oracolo che il profeta Isaia scrive in nome del Signore: “Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”. Oggi quindi siamo invitati ad aprire la mente e il cuore all’immensità, a una bontà che ci sovrasta, a una speranza che non osiamo più neppure sperare. Questo atteggiamento del cuore e della mente ci porta ad accogliere la vita come dono e a non guardare più al nostro guadagno personale, ma alla gioia di far felice qualcuno. Lo afferma san Paolo nella lettera ai Filippesi, che ascoltiamo nella seconda lettura di oggi: “Fratelli Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia”. Togliamo allora dai nostri cuori ogni invidia e lasciamoci amare dal Signore come Lui desidera affinché possiamo anche noi acquisire quel modo di agire che Cristo ci mostra oggi.

Che il Signore ci doni oggi celebrando, in comunione con tutti i cristiani, la gioia di accogliere il suo stile, di saper superare le logiche umane, di camminare al passo degli ultimi e di farci precedere con gioia da chi Lui sceglie, non noi! Il Regno di Dio viene in mezzo a noi ogni volta che gli ultimi diventano primi. Buona domenica!

 

IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

LE LETTURE DEL GIORNO

 

Prima Lettura

Dal libro del profeta Isaìa 55, 6-9

Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

Salmo Responsoriale144

RIT: Il Signore è vicino a chi lo invoca.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
la sua grandezza non si può misurare.

Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all’ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie,
santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano,
a quanti lo cercano con cuore sincero.

Seconda Lettura

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi 1, 20-27

Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.
Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.
Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo 20, 1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

GIULIVA DI BERARDINO*

 

* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.

 

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