Scuola: siamo tutti in crisi? Meno male…
Di Giuseppe Brienza
Senza la crisi Covid non sarebbe emersa come dirompente, in Italia, l’annosa questione del sistema scolastico che si è logorata in un’irresponsabile guerriglia fra “pubblico” e “privato”. Ma il prezzo di questa come di ogni guerra lo pagano i cittadini, le famiglie, gli studenti, il personale della scuola.
Come ha detto giustamente Suor Anna Monia Alfieri, religiosa appartenente alla congregazione delle Marcelline, rappresentante legale dei loro istituti scolastici e vivace protagonista dell’attuale dibattito sulla libertà scolastica, «il tracollo della scuola italiana tutta è stato per anni denunciato in tutti i modi, ma senza la tragedia del Covid la cosa non si sarebbe capita e non solo dalla classe politica, ma neanche dai cittadini.[…] A metà marzo avevamo denunciato che senza una politica seria di gestione dell’emergenza che ha visto chiudere la scuola, questa non sarebbe ripartita. Difatti non riparte la paritaria per mancanza di libertà dei genitori e non riparte la statale per assenza di effettiva autonomia dei presidi.[…] Quando i dirigenti scolastici saranno costretti a scrivere esplicitamente ai genitori: “la 3^ B resta a casa con la Dad perché non sappiamo dove metterla”, l’allarme sarà chiaro?» (Anna Monia Alfieri, In Italia la scuola non riparte, a settembre l’allarme sarà chiaro. Solo colpa del Covid?, in “Orizzonte Scuola”, 30 luglio 2020).
In realtà i dirigenti scolastici dal 14 settembre non hanno per lo più chiuso le classi, ma sono stati in molti casi costretti a turnare una parte di studenti, per motivi di spazio, costringendoli alla Didattica a distanza (Dad), e privandone molti dell’emozione del primo giorno di scuola, dopo quattro mesi di chiusura…
Dopo il 21 settembre, necessariamente con un altro Governo, le tare della scuola italiana (sia quella “pubblica” sia quella “privata”) siano riesaminate prima di normare ulteriormente.
A partire da quel 15% di abbandono scolastico che ancora ci affligge, dal numero di insegnanti di sostegno insufficienti, per non parlare dell’edilizia scolastica e deli spazi per l’educazione fisica.
Tutti problemi atavici peggiorati in quest’annus horribilis 2020 ma che sono effetti di un sistema sempre in ritardo e non regolato sulle persone e sulle famiglie, bensì su criteri asetticamente economici e sugli interessi dei vecchi sindacalisti.