Dopo il colpo di stato militare in Sudan l’Islam non sarà più religione di Stato
In Sudan un colpo di stato militare nell’aprile 2019 ha abbattuto il regime del dittatore Omar al-Bashir (da 30 anni al potere) ed ora si iniziano a vedere i primi cambiamenti, anche nel campo delle libertà religiose.
Secondo un accordo firmato dall’attuale consiglio civile-militare di transizione e dai guerriglieri di opposizione del Movimento di liberazione del popolo sudanese – Nord il Sudan si doterà di una nuova costituzione che sarà basata sulla “separazione tra religione e stato”.
Dopo 30 anni di rigorosa applicazione, quindi, la sharia (legge islamica) non potrà più essere applicata perché secondo la nuova legge il Sudan non avrà “religione ufficiale”.
A Juba (Sud Sudan) i nuovi leader del Sudan hanno deciso di istituire una commissione nazionale per la libertà religiosa a garanzia dei diritti delle comunità cristiane, più numerose nelle zone meridionali (soprattutto sui monti Nuba e nel Sud Kordofan).
I leader cristiani sudanesi si sono dichiarati soddisfatti dell’accordo.
“La gente qui preferisce essere cauta, ma è molto importante che finalmente si raggiunga un accordo. Siamo tutti felici”, ha detto il vescovo cattolico di El Obeid, la capitale della regione del Nord Kordofan, Yunan Tombe Trille Kuku Andali, che guida circa 100.000 cattolici organizzati in 14 parrocchie.
La Commissione degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale (Uscirf, nel suo acronimo in inglese), una delle prime entità a reagire all’annuncio, ha elogiato la decisione perché “promuoverà ulteriormente la libertà di religione e di coscienza” ed ha incoraggiato il governo di transizione a “continuare su questa strada di progresso”.