Arabia, studentesse potranno lasciare il campus in caso di emergenza senza “scorta” maschile
Di Lorenzo Capellini Mion
L’11 marzo 2002, 15 ragazze persero la vita nell’incendio della loro scuola a la Mecca perché i membri della polizia religiosa impedirono ai soccorsi di intervenire e alle alunne di fuggire dall’edificio perché le studentesse non indossavano abaya o il velo integrale.
All’epoca l’intera istituzione delle donne era totalmente sotto il controllo del gruppo dei Fratelli Musulmani ora finalmente visti come nemici da tutti i leader che lavorano per affacciarsi sul terzo millennio e scongiurare uno scontro di civiltà ancora più brutale di quello già in atto.
La strage della Mecca provocò l’immediato scioglimento della Direzione generale per l’istruzione femminile, dominata dai religiosi per 42 anni.
Ma è solo da quattro anni che il principe ereditario Mohammed bin Salman ha affrontato il problema di petto e la famigerata polizia religiosa è stata notevolmente depotenziata.
Uno degli effetti è stata la recente approvazione di una proposta della Princess Noura University, la più grande università femminile del Regno, di consentire alle studentesse di lasciare il campus in caso di emergenza o a seguito di una lezione annullata, senza essere scortate o con il permesso di un parente maschio.
Inoltre leggevo in un lodevole articolo apparso su Al Arabyia che dall’anno scorso il Ministero dell’Istruzione (MoE) ha revocato il mandato secondo cui le studentesse della scuola pubblica avevano l’obbligo di coprirsi il viso e persino di nascondere le mani sotto guanti neri. Gli hijab, che coprono i capelli, sono ancora obbligatori ma qualcosa è qualcosa. In questi giorni è stato dato il via ad una scuola per l’innovazione che coinvolgerà 4000 ragazze, la
cui cultura e successi saranno fondamentali per il futuro, di tutti.
Ci è voluto molto tempo, e moltissima strada c’è ancora da fare perché così come è l’Islam non è compatibile con la libertà, la democrazia e tanto meno con l’uguaglianza di genere ma il cambiamento sta avvenendo.
Mi ricordo di quando in terra di Arabia disse:
CACCIATELI dai vostri luoghi di culto.
CACCIATELI dalle vostre comunità.
CACCIATELI dalla vostra terra santa.
CACCIATELI DA QUESTO PIANETA.
E nessuno mi toglierà dalla testa che in questi progressi inimmaginabili sino a poco fa ci sia tanto, ma tanto, dell’opera di Donald J. Trump.