Shemà: “servire il Regno di Dio come testimoni della Risurrezione”
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
Venerdì 18 settembre 2020
Il Vangelo di oggi ci mostra che Gesù nel suo ministero in Galilea, nella sua attività di predicatore itinerante carismatico, non è solo, ma si fa aiutare e sostenere da persone che egli stesso qualifica come aiuti alla sua missione: i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità.
Si fanno 3 nomi di donne, di cui si indica anche la condizione sociale, ma l’elenco potrebbe continuare perché l’evangelista aggiunge “e molte altre, che li servivano con i loro beni”.
La presenza dei Dodici e delle donne menzionati in questo contesto, quello della predicazione di Cristo, ci rende evidente la gestione delle prime comunità cristiane, che Luca aveva anche come riferimento (o come modello) nello scrivere il suo Vangelo.
Ce lo testimonia la prima lettura, 1 Cor 15, 12-20, in cui Paolo chiarifica ai Corinti che se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede.
La predicazione del Regno di Dio era, infatti, una delle caratteristiche che ha dato origine alla fede cristiana e quindi alla comunità, alla Chiesa, perché essa è fondata sulla testimonianza di coloro che hanno visto per primo il Risorto: le donne e i Dodici.
Ecco perché la Chiesa oggi può continuare a generare persone alla vita eterna mediante il Battesimo, a perdonare i peccati nel nome di Gesù e a servire i poveri, a consolare gli afflitti, a guarire dalle malattie dello spirito.
Chiediamo al Signore oggi che anche noi, come i Dodici e le donne che Lo servivano, possiamo servire il Regno di Dio come testimoni della Risurrezione, come persone che Cristo è veramente risorto e perciò oggi farà risorgere anche noi e tutti quelli per i quali oggi preghiamo, tutti quelli che hanno bisogno di sperare oltre ogni speranza.
Buona giornata!
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos
Prima Lettura
Dalla prima lettura di san Paolo apostolo ai Corinzi 15, 12-20Fratelli, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede.
Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Salmo Responsoriale 16
RIT: Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi.
Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.
Vangelo
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
GIULIVA DI BERARDINO*
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.