In mezzo alla pandemia sale alle stelle il tasso di aborto in Inghilterra e Galles
Di Matteo Orlando
Nel bel mezzo della pandemia di coronavirus, il numero di aborti in Inghilterra e Galles è aumentato vertiginosamente nella prima metà del 2020.
L’aumento è coinciso con l’introduzione di misure temporanee che consentono aborti medici a domicilio fino al termine della crisi del coronavirus.
Sono stati ben 109.836 gli aborti praticati tra il 1 gennaio e il 30 giugno. Si tratta di 4.296 uccisioni in più rispetto ai primi sei mesi del 2019, anno che ha registrato il maggior numero annuo di aborti.
Se gli aborti continueranno allo stesso ritmo nella seconda metà del 2020, l’anno stabilirà un nuovo record.
Catherine Robinson, portavoce di Right to Life UK, ha dichiarato: “Quest’anno ci siamo uniti come nazione e abbiamo fatto grandi sacrifici per proteggere i più vulnerabili dal COVID-19. Purtroppo, pur proteggendo un gruppo di persone vulnerabili, come società abbiamo anche posto fine alla vita di migliaia di giovani vite vulnerabili attraverso l’aborto”.
L’aumento mensile più elevato rispetto all’anno precedente si è verificato ad aprile, il primo mese intero di blocco a livello nazionale, quando sono stati effettuati 20.546 aborti, 4.540 in più rispetto ad aprile 2019.
Robinson ha osservato che l’aumento è coinciso con l’introduzione di misure temporanee che consentono aborti medici a casa fino alla fine della crisi del coronavirus.
Con il regime temporaneo, introdotto il 30 marzo, le donne che cercano aborti medici possono ora assumere sia le pillole abortive, il mifepristone e il misoprostolo, a casa fino alla 10a settimana di gravidanza. I medici inviano le pillole alle pazienti dopo averle consultate tramite telefono o collegamento video.