Santificarsi lavorando anche nel mondo della finanza. La storia di Thomas…
Quando si parla di finanza, per via di una certa tradizione cinematografica, si tende spesso a immaginare un mondo di persone senza scrupoli, che pensano solamente al profitto e ad aggirare il prossimo a proprio vantaggio. Nella maggior parte dei casi non è così. Chi lavora nel vasto mondo della finanza, come in tutti gli ambiti professionali, può offrire al Signore il proprio lavoro onesto e fatto bene.
Thomas è un consulente finanziario con una laurea in Scienze Politiche e un dottorato in Scienze Storico Sociali. La sua attività principale consiste nella gestione del risparmio, specialmente di quello delle famiglie, un ambito molto delicato in questo periodo: “Il mio lavoro riguarda la cura degli interessi dei clienti – spiega Thomas – e coinvolge tanti aspetti, da quello progettuale a quello emotivo”.
A volte, per fortuna raramente, – prosegue Thomas – l’andamento degli investimenti dei miei clienti risente di effetti negativi dell’andamento generale dei mercati finanziari. In quei frangenti il mio lavoro consiste nello spiegare in modo chiaro come stanno le cose. Per evitare conflitti lavoro sempre in trasparenza, condividendo da subito tutte le strategie con i miei clienti, senza nascondere loro nulla”.
Lavorare nell’ambito della consulenza e dei risparmi significa dover mettere insieme diversi interessi, e spesso c’è la possibilità di ottenere grossi guadagni facendo perdere qualcuno: “questa è ovviamente una tentazione forte – spiega Thomas – ma come in tutti i lavori anche qui si può lavorare bene o lavorare male, è sempre una questione di scelta.Io cerco di esercitare nel mio lavoro le virtù della prudenza, della giustizia e, quando necessario, anche della fortezza. Soltanto una volta ho avuto la necessità di farmi aiutare a discernere la cosa migliore da fare con un direttore spirituale. Di solito la scelta moralmente legittima è chiaramente individuabile”.
Fedele soprannumerario dell’Opus Dei, Thomas ha conosciuto questa piccola parte della Chiesa quando alcuni anni fa fu invitato a un corso di formazione culturale per giovani: “Ricordo la prima volta che lessi Cammino, un libro che per la mia vita fu una vera svolta e mi convinse a sposarmi e fare una famiglia. Inoltre c’è una frase di san Josemaría che cerco di portare sempre con me e che mi ricorda qual è il senso della mia vocazione cristiana: Sognate! … E la realtà supererà le vostre aspettative!”
Questi sogni oggi hanno portato Thomas ad avere una famiglia con due bambini piccoli. Una grande sfida delle professioni senza orario fisso è senza dubbio quella della conciliazione tra il lavoro e la famiglia: “Non credo che in questo campo si riesca a raggiungere un risultato ottimale – ammette Thomas – solamente con l’applicazione della propria volontà. Certo, l’impegno personale sarà massimo, ma alcune volte bisogna scegliere tra il tempo per il lavoro e il tempo per la famiglia. In questo senso san Josemaría diceva di considerare lo stare con i figli come l’occupazione più importante dei genitori. Mi ritengo molto fortunato perché ho una grande intesa con mia moglie e cerchiamo di aiutarci sempre l’un l’altro nella cura dei bambini”.
“Mi è capitato che un collega volesse parlare di Dio – racconta Thomas – dopo aver capito in qualche modo che sono una persona che crede. Quando si creano queste occasioni cerco di spiegare il messaggio della santificazione del lavoro, del fatto che se facciamo bene il nostro lavoro stiamo pregando e il Signore è contento. Mi sembra una cosa molto semplice da fare con chi condivide il mio stesso ambito di interesse professionale”.
Ma come fare a ricordarsi ogni giorno del Signore in un mondo fatto di mercati, titoli, investimenti e numeri? “Devo dire che considerare, anche solo rapidamente, -conclude Thomas – che Dio è mio padre, mi aiuta molto e mi dà molta serenità. Inoltre cerco di mettere in pratica un consiglio che ho visto dare da san Josemaria in un video, in cui si rivolgeva a dei giovani: parlare alla Madonna con la stessa fiducia con cui i bambini piccoli si rivolgono ai genitori”.