“Dal nulla, cioè i grillini, nulla esce perché non sono!”

“Dal nulla, cioè i grillini, nulla esce perché non sono!”

Come tutti sanno la forma di Governo delineata dalla Costituzione repubblicana italiana vigente é una repubblica parlamentare a debole razionalizzazione: il Governo (che non é eletto dai cittadini, ma nominato) deve ottenere e mantenere, ai sensi dell’art. 94 Cost., la fiducia dei due rami del Parlamento: la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica. Tuttavia, sono limitati (in questo consiste la debolezza) gli interventi del Diritto Costituzionale per garantire la stabilità del rapporto fiduciario. A questo si aggiunga che le crisi di Governo, in Italia, sono state quasi tutte extraparlamentari, ossia in assenza della approvazione di una mozione di sfiducia da parte delle Camere o di una sola di esse.

Qual è la conseguenza di questo sistema fortemente influenzato anche dalla legge elettorale? Forze politiche, penalizzate dagli elettori rispetto alla tornata precedente, diventano maggioranza, alleandosi con partiti che avevano combattuto fino all’altro ieri: è il caso del Governo Conte II nato lo scorso settembre e sostenuto dal Movimento 5 Stelle, dal Partito Democratico, da Liberi ed Uguali e da Italia Viva (che neppure esisteva alle politiche del 04 marzo 2018).

Beneinteso: tutto legittimo sotto il profilo giuridico-costituzionale, tuttavia mi interrogo circa la legittimità politica di questo modello. Quando si vede il partito di maggioranza relativa, nel nostro caso il Movimento 5 Stelle (finta formazione antisistema), perdere prepotentemente il consenso elettorale ottenuto a seguito delle politiche sia alle europee, sia alle regionali, sia alle amministrative (non, quindi, in base ai sondaggi), qualche dubbio sul venir meno del rapporto rappresentanza/rappresentatività dovrebbe sorgere.

Si tratta, peraltro, di un’ipotesi (di scuola, ma non per questo non attuabile) che, secondo alcuni costituzionalisti, potrebbe consentire al Presidente della Repubblica di sciogliere anticipatamente i due rami del Parlamento, cioè prima della scadenza naturale della legislatura ex art. 88 Cost.

Noi, in questo preciso momento storico/politico, abbiamo un Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. avv. Giuseppe Conte, e una serie di Ministri non solo (volutamente?) non all’altezza del loro compito, ma anche manifestazione indiretta per il primo e diretta per i vari Di Maio, Bonafede, Azzolina, Spadafora di un Movimento che è netta minoranza nel Paese.

Vi rendete conto di come questa minoranza ha gestito l’emergenza sanitaria?

Delle gravi violazioni costituzionali con un Presidente della Repubblica silente?

Degli strumenti inadeguati per fronteggiare la crisi delle imprese con promesse di denari che altro non sono che partite di giro?

Dell’assenza di una qualunque progettualità concreta di rilancio di questo Paese?

Gli Stati Generali, l’ennesima buffonata, hanno partorito vari “faremo”. E tutte le 450 task force del c….?

Vedere i Ministri pentastellati (ma non solo) ricoprire certi incarichi è l’insulto alla vera essenza della politica quale strumento per il bene comune.

Tommaso d’Aquino, nel suo commento all’Etica Nicomachea di Aristotele, dimostra come esso consista nell’ordinare le leggi della città alle virtù. Penso che per i grillini e gli esponenti della maggioranza parlamentare un discorso di questo tipo non è lontanamente comprensibile. Del resto dal nulla, nulla esce perché non è.

 

Prof. DANIELE TRABUCCO

Costituzionalista

 

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