La denuncia: “250 mila italiani sono in cerca di vittime minorenni”

La denuncia: “250 mila italiani sono in cerca di vittime minorenni”

di Emmanuele DI LEO

MILIONI DI PERSONE VIAGGIANO PER TURISMO SESSUALE

Secondo l’Ecpat – End Child Prostitution in Asian Tourism, ogni anno tre milioni di persone viaggiano per turismo sessuale. Circa 250 mila sono in cerca di vittime minorenni e gran parte delle partenze, 80 mila l’anno, avviene dall’Italia.  Il 90% sono uomini che vanno dai 20 ai 40 anni.

Le mete più ambite sono il Brasile, la Repubblica Dominicana e la Colombia. Thailandia e Cambogia rimangono le mete più gettonate per il turismo sessuale asiatico. Più recentemente si sono aggiunti nella lista delle preferenze anche alcuni paesi dell’Africa e dell’Est Europa.

Stranamente, secondo lo studio dell’Ecpat, non c’entra in questo scempio la pedofilia. Solo il 5% degli sfruttatori dei prostituti minorenni si riconosce pedofilo. L’altro 95% è solo in cerca di un’esperienza trasgressiva, che si tratti di un cliente abituale o occasionale. Non pensano dunque sia un reato !

Noi di Steadfastonlus ci teniamo a ricordare che il nostro ordinamento (Codice Penale, art. 600 bis) punisce con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 15.000 a euro 150.000 chiunque recluti, induca, sfrutti o favorisca la prostituzione minorile e che lo sfruttatore è penalmente perseguibile anche dalle leggi del paese in cui ha commesso il reato.

Ma cosa c’è alla base di tutto questo? Sicuramente povertà estrema e lo sfruttamento di essa da parte della criminalità organizzata.
Pensiamo, per esempio, alla triste realtà Cambogiana. Al periodo della dittatura dei Khmer Rossi è seguita una situazione disastrosa del paese. La povertà, le dure conseguenze mentali per le violenze subite hanno portato addirittura a considerare le violenze sui minori totalmente all’ordine del giorno.

Giovanissimi bambini e bambine, a volte orfani, venivano recuperati dalla strada o venduti dagli stessi genitori per una manciata di soldi. Successivamente il turismo ha incrementato questo vile commercio di fragili vite umane.

Nonostante dal 2008 al 2010 il governo cambogiano abbia varato delle norme per limitare il fenomeno che stava diventando di spaventose proporzioni, il paese è tuttora meta di turismo sessuale minorile. Soprattutto a Phnom Penh, la capitale, non è inusuale vedere giovanissime teenagers sedute ad aspettare di fronte al fatiscente White Bulding i propri squallidi clienti.

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