Ecco le prime tre parole che servono in casa, a lavoro e in famiglia
Nella prima “Giornata della Parola di Dio”, istituita lo scorso anno da Papa Francesco con la Lettera “Misericordia et Misera”, il Santo Padre ha invitato tutta la Chiesa a cambiare vita facendo spazio alla Bibbia. Gesù “bussa” alla nostra coscienza anche attraverso la lettura e la meditazione delle S. Scritture.
Nell’Omelia pronunciata a San Pietro in occasione della Messa celebrata per la I Domenica della Parola di Dio, il Santo Padre ha specificato che il dono delle Scritture è dato a ciascuno di noi perché«l’accolga come la lettera d’amore che ha scritto per te, per farti sentire che Egli ti è accanto. La sua Parola ci consola e incoraggia. Allo stesso tempo provoca la conversione, ci scuote, ci libera dalla paralisi dell’egoismo. Perché la sua Parola ha questo potere: di cambiare la vita, di far passare dall’oscurità alla luce. Questa è la forza della sua Parola» (Papa Francesco, Basilica di San Pietro, III Domenica del Tempo Ordinario, 26 gennaio 2020).
Già le parole di verità umana, ha scritto don Giuseppe Colombero (1925-2019), possono cambiare la vita in bene, ma bisogna fare attenzione perché «c’è una parola che costruisce e una parola che distrugge, una parola che diffonde calore e luce, un’altra che semina gelo, una che infonde fiducia e restituisce l’individuo a sé stesso e al suo futuro, un’altra che lo spegne».
«Tutti abbiamo conosciuto persone distrutte da alcune parole, come pure persone ricostruite e ricreate dalle parole– aggiunge il teologo don Vito Spagnolo –. Dice il libro dei Proverbi: “Morte e vita sono in potere della lingua” (18,21). Essere felici o infelici, rendere felici o infelici coloro che vivono con noi dipende, in molti casi, dalle parole che diciamo, dal modo, dal tono, dai sentimenti con cui le diciamo» [Vivere le relazioni, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2013, p. 46].
Le prime parole che servono in casa, a lavoro e in famiglia per costruire amicizia e per condividere speranza e fiducia sono quelle “predicate” fin dall’inizio del suo pontificato da Papa Francesco: “permesso?”, “grazie” e “scusa”. Infatti, ci assicura il Santo Padre, «queste parole aprono la strada per vivere bene nella famiglia, per vivere in pace. Sono parole semplici, ma non così semplici da mettere in pratica! Racchiudono una grande forza: la forza di custodire la casa, anche attraverso mille difficoltà e prove; invece la loro mancanza, a poco a poco apre delle crepe che possono farla persino crollare» (Papa Francesco, Udienza Generale del mercoledì, piazza San Pietro, 13 maggio 2015).
Giuseppe Brienza