Che cos’è il magistero della Chiesa Cattolica?
Magistero è tutto l’insegnamento della Chiesa; con esso la Chiesa conserva e trasmette attraverso i secoli il deposito della fede, ossia il contenuto della Rivelazione. Fondamentalmente, tutto il popolo di Dio è tenuto a custodire, difendere e propagare il deposito della fede, indipendentemente da qualsiasi umana potestà (Codice di Diritto Canonico, canone n.747), essendo compito della Chiesa intera, quindi anche dei laici, annunciare il Vangelo della salvezza a tutte le genti.
Il Magistero ecclesiastico è, nella Chiesa cattolica, la dottrina universale che essa ha diritto e dovere di insegnare per mandato divino, quindi l’istruzione dei fedeli intorno alla verità rivelata da Cristo e la sua trasmissione a tutti gli uomini. Soggetti del magistero ecclesiastico autentico sono il Romano Pontefice come capo del collegio episcopale o il Collegio dei Vescovi in unione e sotto il Papa. Essi detengono la responsabilità primaria di istruire il popolo di Dio sui contenuti della morale e della fede cristiana, nonché di promuoverne l’annuncio in tutto il mondo attraverso opportuni piani missionari e pastorali.
Il magistero della Chiesa riguarda tutti gli ambiti della vita. In particolare, dalla fine del 1800 in poi, si è sviluppato un Magistero sociale della Chiesa in difesa della dignità della persona.
Il magistero può essere ordinario o straordinario.
Il magistero ordinario
Il magistero ordinario è la modalità normale con cui la Chiesa comunica il suo insegnamento: esso è quello per il quale Papa e Vescovi si esprimono per via consueta sulla fede e sui costumi, senza che le loro asserzioni abbiano carattere definitivo o di infallibilità. È il caso, per esempio, delle Lettere Encicliche, delle Esortazioni apostoliche o dei Motu proprio o anche dei Discorsi o predicazioni ordinarie che da parte dei fedeli si è tenuti ugualmente a seguire.
I singoli Vescovi, ciascuno nel proprio territorio pastorale o riuniti in assemblea, pur non detenendo potere di infallibilità (che non si dà mai in assenza del Pontefice) hanno tuttavia autorità quanto al magistero ordinario perché pastori del gregge e tutori della fede cristiana.
Il magistero straordinario
Il magistero straordinario, invece, consiste in una proclamazione ex cathedra del Papa o di un Concilio unito e sotto al Papa, consiste cioè in una dichiarazione ufficiale e solenne, la quale definisce una verità di fede di natura dogmatica. Tale pronunciamento si svolge secondo le forme dettate dal dogma dell’infallibilità papale.
Il magistero infallibile
Si parla di Magistero infallibile quando l’autorità suprema della Chiesa si pronuncia in modo definitivo sui contenuti della fede e della verità da accettarsi, in virtù del mandato scaturente al Papa dal Vangelo di essere successore del primo apostolo, nonché primo pastore che conferma i fratelli nella fedeltà alla Parola di Dio. L’atto di definizione è infallibile in quanto nella sua elaborazione non può mancare l’assistenza dello Spirito Santo.
Anche il Collegio dei Vescovi può godere di infallibilità magisteriale quando tutti i suoi membri sono riuniti in particolari assemblee sotto l’autorità del Papa, quali il Concilio ecumenico o il Sinodo e prendono deliberazioni dottrinali nella piena comunione fra di loro e con il Pontefice.
Secondo le definizioni del Concilio Vaticano I è infallibile quindi sia il Magistero ordinario universale, quando cioè una dottrina è insegnata costantemente da tutti i vescovi sparsi nel mondo, sia il Magistero straordinario: tanto quello straordinario del Papa, come detto sopra, quanto quello straordinario di un Concilio ecumenico unito al Papa.
Per avere il requisito dell’infallibilità, il Papa deve dichiarare pubblicamente che vuol definire una dottrina e vuol vincolare la fede di tutta la Chiesa. Il Magistero non è da ritenersi infallibile quando questo non consti in modo manifesto (Codice di Diritto Canonico, canone n. 749, 3), ossia quando non vi siano le disposizioni canoniche per le quali si può affermare tale l’infallibilità; per conseguenza possono darsi casi in cui un Papa, non intendendo pronunciarsi con proclamazione ufficiale -benché pubblica- potrebbe cadere in errore in materia di fede. Nel caso di Magistero infallibile si ha da parte del fedele l’obbligo morale di acconsentire ai contenuti della fede enunciata dal Romano Pontefice, dandovi immediato assenso.
CHE DISASTRO CONFUSIONALE