Don Nuara: “pochi i cristiani che vivono con consapevolezza la loro fede”
Da molto tempo ho contezza che noi preti, i vescovi e anche il Santo Padre parlino a una Chiesa che non c’è.
Anagraficamente la Cancelleria delle Curie ogni anno chiedono il numero dei parrocchiani, dei Battesimi e dei Matrimoni.
E nei numeri si hanno “quantità”, ma la realtà è molto diversa: i cristiani che veramente vivono con la consapevolezza la loro fede ormai sono pochi.
Le chiese sono vuote.
Mentre molti battezzati sono cristiani solo anagraficamente perché dai genitori portati al fonte battesimale o sposi perché nella chiesa, pur non credendo, non praticando e non avendo una visione evalengica della vita, hanno trovato la giusta “location” per apparire.
Ci sono stati e ci saranno quel giorno, poi hanno continuato o continueranno la loro vita senza Dio o una visione evangelica di essa.
Naturalmente hanno tutti fatto il Corso prematrimoniale, la preparazione al Battesimo, alla Comunione e alla Cresima e poi sono andati per la loro strada.
In molti siamo convinti che l’avere anticipato di completare i sacramenti della iniziazione cristiana sia un anticipo per il nulla-osta di non frequentare più i sacramenti.
Alcuni ritorneranno, se invitati a far da padrini, creando il “problema” della “Idoneità”, tanto da indurre parecchi vescovi ad abolirli.
Nella malattia si avrà premura attenta di chiamare medici e specialisti; il sacerdote, quando il malato entrerà in coma. Altrimenti potrà spaventarsi, cosa molto falsa, il malato.
È una Chiesa che non c’è e che gira a vuoto. Sarebbe auspicabile un vero ripensamento della proposta dell’annuncio e della testimonianza. E, di conseguenza, anche dei suoi derivati.
Don Antonio Nuara