Aborto, allarme dell’on. Pagano: “molti i traumi causati alle donne dalla RU486”
“Piena solidarieta’ con il Movimento per la Vita Italiano e l’Associazione Medici Cattolici Italiani, nelle persone dei loro presidenti, Marina Casini Bandini e Filippo Maria Boscia, che hanno valutato molto duramente le nuove linee guida del ministero della salute, a proposito della estensione del ricorso all’aborto farmacologico mediante la pillola RU486 fino alla nona settimana di gravidanza, consentendo altresì alla donna di tornare al proprio domicilio mezz’ora dopo l’assunzione della stessa ed esonerandola dal ricovero”.
Così ha commentato il via libera all’aborto farmacologico il deputato nazionale della Lega, Alessandro Pagano.
“Mi sento di condannare tutta la linea ministeriale in materia che vanifica ulteriormente il valore della vita umana banalizzando in modo assoluto l’interruzione volontaria della gravidanza, al punto di rendere insignificante l’autentica cultura dei valori umani. La diffusione dell’aborto farmacologico, con la pillola RU486 risponde alla logica che vuole impedire lo sguardo sul concepito, spostando l’attenzione sulla falsa affermazione della ‘non invasivita” del mezzo abortivo, rendendo cosi’ l’aborto un fatto irrilevante da fare persino a casa, salvo poi dover chiamare il 118 per correre in pronto soccorso a seguito di una emorragia”, ha continuato l’on.le Pagano.
“Sono ormai moltissime le donne che hanno testimoniato l’esperienza traumatizzante dell’aborto con la RU486. Chi ha a cuore la salute delle donne- sottolinea Pagano- non puo’ che essere contro le linee guida del ministero guidato da Roberto Speranza. A meno che non abbracci una bandiera puramente e settariamente ideologica. Estendere l’assunzione della RU486 fino alla nona settimana manifesta infatti tutta la carica ideologica di queste linee guida, perché, da un punto di vista tecnico, la pillola RU486 dopo massimo 49-50 giorni diminuisce la sua efficacia e quindi l’allungamento del termine e’ meramente pretestuoso. Contro la tragedia dell’aborto la via vincente rimane quella dei Centri di Aiuto alla Vita, gli unici capaci di dare una mano alle donne che si trovano di fronte ad una gravidanza difficile o non desiderata, senza i condizionamenti di un mondo che ormai non guarda piu’ nemmeno alla salute psicofisica delle pazienti”, ha concluso l’onorevole Alessandro Pagano.
Il trauma più grosso è quello che subisce il figlio, che viene ucciso nel grembo della madre. Non si uccidono i figli per motivi economici e le donne non devono uccidere i figli anche se l’aborto non causasse traumi. Non omettiamo l’essenziale, poi si può parlare anche del resto.