Transgender, né cure ormonali né chirurgia plastica arrecano benefici psicologici
L’American Journal of Psychiatry riconosce di aver sbagliato.
Lo scorso autunno, la rivista ha pubblicato i risultati di uno studio (Reduction in Mental Health Treatment Utilization Among Transgender Individuals After Gender-Affirming Surgeries: A Total Population Study) che sosteneva come gli interventi chirurgici per “cambiare sesso” migliorassero la salute mentale dei pazienti. Ma questa settimana, la rivista ha ritrattato i suoi risultati (la correzione si può leggere qui: psychiatryonline-correction).
Lo studio originale – quello poi ritrattato – era stato celebrato dai media e utilizzato contro chiunque osasse esporre un punto di vista dissidente. Infatti, l’unica affermazione consentita è che la “transizione di genere” è la soluzione migliore per la salute mentale del soggetto con disforia. Invece, ora è dimostrato che né le cure ormonali, né la chirurgia plastica arrecano benefici psicologici ai pazienti.
E se la scienza dimostra che la transizione ormonale e chirurgica non fornisce l’agognata felicità che i pazienti stanno cercando, bisogna trovare altri modi per aiutare i pazienti a sentirsi a proprio agio nel proprio corpo. Col massimo rispetto, con la massima empatia. Ma anche con la massima sincerità.
Del resto è abbastanza intuitivo comprendere che se il corpo e la mente di una persona sono in contrasto, è più facile e meno doloroso plasmare la mente. A voler modificare il corpo bisogna tagliare, cucire, iniettare… il corpo sanguina.
Alla luce della ritrattazione dello studio citato, anche se i media principali la ignorano, è importante che i professionisti del settore capiscano che sarà bene bloccare gli esperimenti sui bambini con i farmaci per bloccare la pubertà e con gli ormoni del sesso opposto . Anche i genitori dovrebbero conoscere questi fatti, perché troppo spesso sono convinti da persone accecate dll’ideologia gender che avviare la transizione di genere per i bambini sessualmente confusi sia l’unica strada percorribile.
Ricordiamo che il Comitato Nazionale di Bioetica diede parere favorevole all’uso della triptorelina sui minori principalmente perché – dicevano – “affermare” il genere “percepito” dal soggetto è l’unico modo per prevenire gesti suicidi. Alla luce della ritrattazione di cui sopra, anche il CNB dovrebbe, quindi , rivedere le sue conclusioni.