Se si vuole ripartire con la scuola è necessario aiutare le paritarie

Se si vuole ripartire con la scuola è necessario aiutare le paritarie

 

On.li Senatori e Deputati,

​​​​a poco più di un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico, il Presidente della Repubblica ha ammonito sul fatto per cui «La riapertura regolare della Scuole costituisce obiettivo primario da costruire in un clima che auspico di collaborazione e di condivisione».

Un appello in perfetta sintonia con quello della Presidente del Senato che, il 26 luglio, aveva sottolineato che «Il ritorno di tutti gli studenti in classe a settembre è un imperativo categorico. La scuola, a settembre, deve riaprire per tutti, senza se e senza ma».

Le più alte cariche dello Stato partono dallo stesso presupposto: il sistema scolastico è il primo fattore propulsivo di un Paese, a livello economico e sociale; in Italia, però, è iniquo, egualitario sulla carta, perché nei fatti rafforza le differenze legate al contesto familiare e sociale degli studenti.

E tali differenze rischiano di divenire distanze incolmabili nell’attuale crisi determinata dalla pandemia Covid-19.

Per questo lo scorso giugno abbiamo rivolto un appello aperto a tutte le forze parlamentari perché le risorse destinate alla emergenza economica in atto non dimenticassero ingiustamente le scuole pubbliche paritarie, un terzo delle quali era destinato a non riaprire.

Un dialogo che ha consentito una generosa e operosa trasversalità politica che ha visto il Parlamento raddoppiare il fondo a tali scuole pubbliche, passando da 150 a 300 Mln di euro.

Incoraggiati da questo felice precedente di dialogo per il bene comune, ci rivolgiamo nuovamente a tutti i parlamentari senza alcun pregiudizio di schieramento, affinché sia davvero consentito a tutti gli 8 Mln di studenti di rientrare in classe alle stesse condizioni, perché il diritto all’istruzione e all’educazione o é garantito a tutti o non è più un “diritto”, in spregio del volere costituzionale.

Di quale “diritto” si tratterebbe, infatti, se il ricco può scegliere la scuola che più gli aggrada e il povero si deve accontentare di qualunque opzione?

​Ancora una volta indicano il giudizio politico che ci può unire le parole del presidente Mattarella: «Le misure di salvaguardia sanitaria e l’attrezzatura degli spazi destinati all’attività educativa e didattica, tenendo necessariamente conto della non uniformità dell’articolazione nel nostro Paese, dovranno vedere l’Italia in condizione di raccogliere la sfida. Dovrà essere fatto ogni sforzo in questa direzione da parte dei tanti protagonisti che nelle istituzioni e nella società hanno a svolgere un ruolo a questo riguardo, lo esige la possibilità per le giovani generazioni di avere un futuro migliore e di contribuire ad un avvenire migliore».

​Pertanto, sulla scia tracciata dal Presidente Mattarella, il c.d. “Decreto Agosto” di prossima conversione in legge da parte delle Camere è un’opportunità che non può essere persa.

In questo strumento normativo finalizzato alle più stringenti urgenze determinate dall’emergenza Covid è necessario ripresentare l’emendamento della deduzione integrale delle rette pagate dalle famiglie per la scuola pubblica paritaria (tetto massimo 5.500 euro secondo i criteri del costo standard di sostenibilità per allievo), avendo le famiglie già pagato le tasse che finanziano la scuola statale (che pure non frequentano) per sostenere un costo pubblico per ogni allievo iscritto a tale tipologia scolastica di ben € 8.500 annui.

L’emergenza Covid-19 ha fatto ulteriormente emergere l’evidenza per cui le famiglie che scelgono la scuola pubblica paritaria sgravano lo Stato di una spesa di circa 6 Mld di euro. Però, oggi, queste stesse famiglie sono stremate dalla crisi economica, cosicché a fronte delle ancora troppe scuole pubbliche paritarie che stanno chiudendo, lo Stato si troverà ad affrontarne la spesa aggiuntiva (determinata da famiglie, studenti e docenti che busseranno alle porte della scuola pubblica statale, avendo trovato chiuse quelle della pubblica paritaria). Tale ormai avviato fenomeno sociale sta poi ponendo le premesse per ledere gravemente il pluralismo educativo, condannando il Paese Italia ad un sistema scolastico monolitico, iniquo e a doppia velocità.

Per avvertire la concretezza del declino educativo su cui sta franando la nazione, è sufficiente notare la collocazione geografica delle scuole pubbliche paritarie che non riapriranno a settembre 2020 (il sito noisiamoinvisibili.it fornisce dati continuamente aggiornati); la maggioranza di esse si colloca al Centro Sud del nostro Paese dove, peraltro, le scuole pubbliche statali non riescono a garantire il diritto all’istruzione. Così, in troppe zone le scuole statali sono insufficienti e vengono meno le paritarie, quando le scuole statali esistenti non possono comunque essere raggiunte da molti studenti per la reale mancanza dei mezzi di trasporto.

​Il Centro Sud, già economicamente fragile, è destinato a soccombere culturalmente. Al Nord Italia, tuttavia, la situazione non è molto diversa. Forse per questa ragione la ministra Azzolina ha affermato che le scuole secondarie di secondo grado ripartiranno con studenti metà in presenza, metà a distanza? Chi saranno le principali vittime di tale preoccupante prospettiva? Gli studenti delle periferie, perché quelli residenti nei centri storici che hanno le scuole nei pressi delle abitazioni o che, possono accompagnati dai propri genitori, non saranno coinvolti da questo problema. Chi abita nelle periferie rimarrà a casa con una DAD che non potrà raggiungere, come di fatto non ha raggiunto, tutti.

E’ questa una ingiustizia che va scongiurata, scegliendo subito soluzioni concrete per le nostre famiglie. Perciò, ancora una volta, abbiamo il dovere di fare rumore perché si intervenga senza indugio nel Decreto Agosto, per assicurare un aiuto doveroso ai poveri, fornendo a tutti i cittadini gli stessi strumenti, abbattendo ogni discriminazione economica e superando le iniquità.

Se il Covid-19 ha imposto alla classe politica di misurarsi con l’incompiuto e iniquo sistema scolastico italiano si impone anche una coralità oltre ogni schieramento politico per non condannare tutta la scuola italiana a non ripartire.

​Le soluzioni che ci sembrano di immediata e trasversale praticabilità sono, dunque, le seguenti:
1. si voti, nel Decreto Agosto, l’emendamento che aveva già ottenuto in precedenti discussioni parlamentari un consenso ampio: la deduzione delle rette pagate dalle famiglie, secondo il tetto massimo del costo standard di sostenibilità per allievo pari a 5.500 euro;
2. acquisito il fabbisogno delle scuole pubbliche statali, si stipulino, nelle singole realtà territoriali, patti educativi con le scuole pubbliche paritarie, con tutte quelle che sono disponibili a mettere a disposizione spazi ed offerta formativa. Non c’è alternativa: occorre rapidamente sottoscrivere PATTI EDUCATIVI fra scuola pubblica statale e paritaria, nei quali vengano declinate soluzioni perché tutti esercitino il proprio diritto alla libertà di educazione, ad esempio:
– spostando una classe (allievi e docenti) dalla statale alla paritaria vicina;
– destinando a quel 15% di allievi delle scuole statali che non potranno più accedere a plessi lontani, una quota capitaria che abbia come tetto massimo il costo medio studente o il costo standard di sostenibilità per allievo.

Passi semplici, ma che testimonierebbero un vero spirito di servizio al bene comune e una reale tutela, per tutti, della libertà di scelta educativa e del diritto di apprendere, riscattando 8 Mln di studenti dalla discriminazione economica.

Roma, 7 agosto 2020

AGE Milano Provincia, AGeSC regionale Lombardia,, Alleanza Cattolica, Ass. Amici di Lazzaro, Associazione Articolo 26, Ass. Cuore Azzurro, Ass. Cerchiamo il Tuo volto, Collatio.it, Ass. Convergenza Cristiana, Ass. Costruire Insieme, Ass. Difendere la vita con Maria, Ass. Donim Vitae, Ass. Esserci, Ass. Etica & Democrazia, Ass. FamigliaSI, Ass. Family Day- Difendiamo I Nostri Figli, Ass. Il Crocevia, Aippc – Ass. Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, Ass. L’albero, Ass. Liberi e Forti, Associazioni Medici Cattolici Italiani, Ass. Nuova Generazione, Ass. naz. Pier Giorgio Frassati, Ass. Nonni 2.0, Ass. Non si tocca la famiglia, Ass. Politicainsieme, Ass. Progetto culturale, Ass. Proposte per Roma, Ass. Pro Vita & Famiglia, Ass. Genarazione Famiglia, Ass. Radici, Ass. Rete Popolare, Ass. Risveglio, Ass. Steadfast Onlus, Ass. Umanitaria Padana, Ass. Vita Nuova – Rete Italia Insieme, Ass. Vivere Salendo, Associazione volontariato Opera Baldo, Avvocatura In Missione, Centro Italiano di Promozione e di Assistenza per la Famiglia, Centro internazionale Giovanni Paolo II e per il magistero sociale della Chiesa, Centro Studi Livatino, Circoli insieme, Comitato SALE per la dottrina sociale, Comunità Papa Giovanni XXIII, Confederazione internazionale del clero, CulturaCattolica.it, Forum Cultura Pace e Vita Ets, Forum delle Associazioni sociosanitarie, Giuristi per la Vita, International Family News, Movimento Per: Politica, Etica, Responsabilità, Movimento per la Vita, Movimento Regina dell’amore, Osservatorio di bioetica di Siena, Osservatorio parlamentare “Vera lex?”, Presidenza Comitato scientifico UCID, Presidenza onoraria Società italiana di bioetica e comitati etici, Rete Liberi di educare, Scuola di Cultura Cattolica, Unione delle Superiore Maggiori d’Italia (USMI), Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM), Associazione Nazionale non statali di educazione e istruzione (ANINSEI) – Confindustria

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