Delusi da Conte e Azzolina 700 presidenti dei consigli di istituto scrivono a Mattarella
Settecento presidenti dei consigli di istituto di tutta Italia hanno inviato al capo dello Stato Sergio Mattarella una lettera per chiedere al governo Conte e al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina “risposte certe, qualitative e convincenti” e “nette e trasparenti assunzioni di responsabilità per la ripresa a settembre”.
Secondo i genitori le “linee guida rischiano di tradursi in una scuola negata, con un misto di didattica e distanza e in presenza, la riduzione delle unità didattiche anche fino a soli 40 minuti, l’accorpamento di più discipline, la riduzione dei programmi curriculari ed i doppi turni“.
Per i bambini della scuola primaria non va meglio visto “l’accorpamento degli esuberi derivanti dalla mancanza di spazi idonei in gruppi di classi, anche di età diverse, finanche alla sciagurata riduzione del tempo didattico curricolare frontale effettivo svolto dagli insegnanti dei due tempi scuola, magari affidando parte delle ore scolastiche a personale non docente e non qualificato, dedicandolo ad attività varie, non integrative, ma sostitutive di quelle disciplinari“.
Così “si prospetta uno sconcertante declassamento del modello didattico e l’inaccettabile riduzione del tempo dedicato alla didattica curricolare frontale, presentato al Paese come modernizzazione, che comporterebbe l’abbassamento della loro futura preparazione, se non addirittura la riduzione dell’accesso all’istruzione che è dovere ineludibile della nostra Repubblica democratica, producendo di fatto un forte ostacolo al compito che la Costituzione affida alla scuola: rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana“.
“Allo stato attuale – si legge nella lettera – ci pare purtroppo che in nome di un mistificato richiamo all’autonomia scolastica e nonostante l’ultima apprezzabile assegnazione di un miliardo di euro aggiuntivi alla Scuola (seppur stanziati soltanto dopo che le Linee guida erano state definite irricevibili dalla Conferenza delle Regioni), ci ritroviamo di fatto nel ruolo elettivo di presidenti di consiglio d’istituto insieme ai nostri dirigenti a dover ricercare – disarmati ed avviliti da un inquietante senso di solitudine – soluzioni che in realtà soluzioni vere non potranno essere, ma al massimo estemporanei rimedi per una situazione che potrebbe ulteriormente precipitare qualora vi fosse una nuova impennata dei dati sul contagio nel prossimo autunno-inverno, altro che centralità del diritto allo studio“.