Ideologia nazionalista indù, crimini d’odio contro i cristiani aumentati del 41%
I dati sulla libertà religiosa in India, emersi dal rapporto semestrale appena pubblicato da Persecution Relief, mostrano “un quadro molto cupo”. La notizia è stata riportata da UCA News, la fonte di informazione cattolica più autorevole dell’Asia.
“I crimini d’odio contro i cristiani sono aumentati di un allarmante 40,87% – si legge nel rapporto – nonostante il blocco nazionale in vigore dal 25 marzo” a causa della diffusione della pandemia di coronavirus.
Il maggior numero di attacchi, il 21 per cento, ha avuto luogo nell’Uttar Pradesh, lo Stato indiano più popoloso. Ma in almeno 22 dei 28 Stati ci sono state denunce per crimini contro i cristiani: stupri e omicidi, scomunica sociale, minacce, aggressioni fisiche, incendi di case e chiese e l’impedimento di usare le comuni fonti d’acqua.
Fra gli Stati più insicuri per i cristiani, quello di Jharkhand, Orissa e Chhattisgarh.
“La diffusione dell’intolleranza religiosa contro la piccola minoranza cristiana”, che costituisce solo il 2,3 per cento degli 1,3 miliardi di indiani – ha dichiarato Shibu Thomas, fondatore di Persecution Relief – mostra la crescita dell’ideologia nazionalista indù. Il fondatore di Persecution Relief ha inoltre ribadito che i numeri di questa persecuzione non sono esaustivi, poiché il gruppo registra solo i casi segnalati e purtroppo “molte persone non denunciano, temendo punizioni da parte dei persecutori e della macchina amministrativa”.