Cannabis light: droga in formato tisana (parte seconda)

Cannabis light: droga in formato tisana (parte seconda)

 

LA PRIMA PARTE LA PUOI LEGGERE QUI

Nella nostra società ci sono sponsor di massa che fomentano il movimento antiproibizionista. Ricordiamo il popolare rapper milanese J-Ax (classe ’72), noto per la partecipazione al programma televisivo in onda dal 2013 in prima serata su Rai 2“The voice of Italy”. Alessandro Aleotti (questo il nome di battesimo dell’ex cantante del duo rap “Articolo 31”) ha aperto a Milano un punto vendita dichiarando trionfalmente: «è arrivato il giorno che aspettavo da 20 anni!». Beh, idee ben confuse!

I media lodano le iniziative come questa ed anzi auspicano la nascita di nuove start-up del genere in quanto “sanno cogliere le nuove frontiere del business”.

Non solo, si garantisce un prodotto di qualità, si garantisce un luogo dove “si troverà la marijuana legale più buona di tutte”.

A questo punto dovremmo considerare tutto ciò come un altro passo in avanti, un progresso verso la libertà dell’essere umano, verso la sua realizzazione esistenziale, tutto è lecito, tutto è normale!

Ma facciamo una semplice osservazione riguardo il dosaggio indicato nei protocolli medici del THC (che ripetiamo ha un suo uso terapeutico con effetti antidolorifici, antinausea, stimolanti dell’appetito e ipotensivi nella pressione oculare) e del CBD (usato anch’esso come antiinfiammatorio, analgesico, antipsicotico, ansiolitico e antiepilettico) sono forniti sotto controllo sanitario e sono utilizzati per aiutare organismi malati. Queste sostanze non vengono certo prescritte ad organismi sani.

Quindi tutto questo circo mediatico sembra avere il solo scopo di sponsorizzarne il solo uso ricreativo! Ad oggi ricordiamo che in Italia non è legale l’uso ricreativo della sostanza, è permessa la coltivazione e produzione, con contenuto di THC inferiore allo 0,6%, ed infatti negli ultimi anni sono spuntati molti negozi specializzati, i “grow shop”, che propongono legalmente prodotti variegati dal sapone all’olio!

Tredici anni fa i punti vendita specializzati erano un centinaio in tutta Italia, ad oggi sono oltre 400 ed in barba ad ogni indicazione terapeutica abbiamo un giro d’affari che si attesta ad oggi sul superamento dei 60 milioni di euro, trend in aumento, è lecito chiederci: perché aumentano? Siamo tutti malati? La vendita sarà aderente alla legge? Si faranno controlli adeguati?

Ma torniamo a monte. Esiste una copiosa bibliografia scientifica in merito all’uso della marijuana, come anche di altre droghe. Nonostante questa mole di dati e di informazione continuano ad esserci ed essere divulgati penosi luoghi comuni!E spesso si sente dire che in fin dei conti la cannabis è una droga “leggera” ed aiuta a stare meglio.

 Sembra paradossale ma in una società in cui abbiamo un sovraddosaggio di informazione il contenuto informativo corretto tende a zero!

Come detto c’è un uso terapeutico sotto controllo medico della cannabis con percentuali di THC tra 0,2% ed inferiori allo 0,6% come prevede la legge italiana ma il controllo sul cosiddetto “spinello”!

Nel traffico illegale degli stupefacenti ci sono sostanze estranee che aumentano l’effetto psicotropo della droga e comportano danni pesanti all’organismo.

Che effetti ha la droga “leggera”?

Dalle ricerche svolte possiamo dare un indice dei possibili danni:

  • abbassamento delle difese immunitarie,
  • alterazione funzionalità delle cellule nervose,
  • legame con la schizofrenia,
  • interferenza cognitiva (autocoscienza e memoria),
  • creazioni stati di ansia (paranoie),
  • incidenti stradali, vedi grafico sotto.
  • rischi sugli organi interni (cuore, polmoni, fegato)

Quindi una serie di danni “pesanti” e non certo “leggeri”.

In compenso però la nostra società è di una intransigenza totalitaria contro il fumo di sigarette, che è giusto… però lo spinello che contiene una quantità non indifferente d’idrocarburi cancerogeni non dà problemi… Ma questo fine dobbiamo ricordare che il Consiglio Superiore della Sanità (CSS) nella seduta del 10 aprile 2018 rispondendo ad una “Richiesta di parere sulla commercializzazione di prodotti contenenti THC” ricevuta in data 19 febbraio 2018, ha dato parere negativo in tal senso. Il documento di risposta del CSS è stato reso pubblico dal Ministero della Salute il 22 giugno 2018 ed è liberamente scaricabile dal sito ufficiale www.salute.gov.it.

Ricordiamo inoltre che esistono le cure palliative per il dolore ma, essendo queste ultime meno remunerative per il “business”, naturalmente non sono altrettanto sponsorizzate.

Quindi nonostante un organo consultivo dello Stato come il CSS abbia espresso parere negativo, peraltro passato molto in sordina sui media nazionali, abbiamo una forte spinta alla liberalizzazione delle droghe.

Cosa dice in merito la Fede Cristiana? Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), nella sezione riguardante il rispetto della salute, al punto 2291 mette in evidenza la pericolosità dell’uso delle droghe,precisando in modo esplicito «salvo i casi di prescrizioni strettamente terapeutiche». Quindi il NO è chiaro a qualsiasi uso di tipo ricreativo od edonistico!

Come visto, dai dati di fatto emerge che nessuno, dato il quadruplicare dell’uso della cannabis nei minori, può dire di essere esente dal rischio, obiettando: “mio figlio/a non c’entra”! Il problema, purtroppo, è capillare.

Perché i ragazzi si drogano? Per conformismo, per la logica del branco, perché sono condannati in questa società ad essere sempre i “number one”! Sempre in competizione con gli adulti e con i loro coetanei. Oppure per “incomprensioni” della famiglia?

Per poter rispondere con efficacia a queste domande la cellula sociale di base, ovvero la famiglia naturale, insieme alla scuola, all’associazionismo ed allo Stato che applichi prudentemente il principio della sussidiarietà nel welfare, dovranno cooperare per la crescita umana e morale dei giovani. Queste agenzie ed istituzioni dovranno veicolare un’informazione corretta ed onesta, spiegando che non si può essere vittime di falsi miti di progresso, di disinformazione o di silenzio complice perché così si trasformerebbero a loro volta in “strutture di peccato” (formula introdotta nell’Esortazione apostolica post-sinodale “Recociliatio et paenitentia” e poi analizzata nella lettera enciclica “Sollicitudo rei socialis” di Papa Giovanni Paolo II).

Se la vita e il cervello dei giovani sono sotto attacco, ci domandiamo: a chi conviene?

Conviene sicuramente alla criminalità organizzata, a centrali di potere più o meno occulte ed in generale a chi specula sulla vita degli altri. Ma l’uomo, a dispetto del pensiero unico relativista dominante, è un essere pluridimensionale dalle potenzialità enormi a patto che la ragione sia ben formata ed indirizzata. Di contro questo tentativo di riduzionismo antropologico che vuole il suo compimento attraverso la droga, liberalizzazioni varie nei costumi, inneggiando alla libertà dell’essere umano porta in direzione totalmente opposta, ovvero alla mortificazione dell’essere umano al suo annullamento cognitivo. Non sa più chi è.

Esaminiamo quindi la questione dal punto di vista puramente biologico. La nostra corteccia celebrale misura appena 2mm di spessore ed ha all’incirca 30 milioni di cellule nervose e miliardi di contatti tra queste cellule. La corteccia cerebrale umana gioca un ruolo centrale in meccanismi o funzioni mentali cognitive complesse come pensiero, consapevolezza, memoria, attenzione, linguaggio.

 Lo spessore della corteccia non rimane inalterato durante la vita della persona ed in relazione all’età e allo sviluppo, si hanno modificazioni, responsabili, tra l’altro, di periodi di particolare “verve” emotiva e di conseguenti variazioni dell’umore. Nei cervelli non vivi conservati assume un colore grigio, da cui il nome di sostanza grigia. Questa parte si sviluppa, a differenza della parte ormonale, molto più tardi verso i 21-22 anni. È da ricordare inoltre che la corteccia nella sua evoluzione in particolare sulla parte frontale influisce sulla personalità. Quindi si intacca un meccanismo che si sta evolvendo, definendo!

L’uso della droga altera la corteccia, si sostituisce alle sostanze naturali (quali la dopamina) che dà senso di benessere e di piacere, per cui le cellule sollecitate dalla droga rilasciano artificialmente queste dopamine e il cervello questo lo registra, lo ricorda! E scatta la dipendenza!

Il risultato è che si innesca un meccanismo automatico con il quale si dà spazio alla parte primitiva, di puro istinto, silenziando la coscienza!

ALBERTO LEO
in Corriere del Sud n. 3
anno XXVIII/19, p. 3

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