Covid-19, anche in Israele la “cura” è peggiore del male
Dozzine di medici israeliani hanno firmato una petizione sostenendo che l’attuale politica attuata dal Ministero della Salute non porterà ad altro che al collasso economico.
I medici hanno anche affermato che la politica attuata non ha alcun effetto sui tassi di mortalità.
Il gruppo di medici propone e si offre di mantenere la popolazione anziana al sicuro e di consentire una maggiore libertà alla gioventù israeliana.
Tra i firmatari figurano 130 medici ufficialmente registrati presso il Ministero della Sanità.
I medici insistono sul fatto che l’attuale politica è inutile, arrivando al punto di dire che “causerà un disastro economico e contribuirà alla sofferenza di milioni di abitanti di Israele”.
I medici spiegano che stante le conclusioni tratte dagli ultimi mesi tutte le risorse e gli sforzi dovrebbero essere concentrati nel trattamento e nella protezione della popolazione più anziana e più sensibile in quanto la maggior parte dei pazienti in gravi condizioni sono esclusivamente anziani o persone con problemi di salute altri dal Covid.
Si osserva a questo proposito che i pazienti più giovani e più sani sono in genere quelli che presentano sintomi quasi assenti e si conclude dicendo che la maggioranza della popolazione dovrebbe essere autorizzata a tornare alla propria vita normale, affermando che i giovani saranno infettati e svilupperanno gradualmente l’immunità, senza tassi di mortalità maggiori.
Si contestano le enormi quantità di risorse dirette verso blocchi, indagini epidemiologiche e metodi di sorveglianza rivoluzionari che colpiscono la popolazione giovane e sana, che non rappresenta una minaccia per il propagarsi della malattia e che non la aggrava ma che porta solo al disastro economico.
Tutte voci, non importa quanto autorevoli e suffragate dai fatti, messe a tacere perché sconvenienti con la narrativa del terrore.
La cura doveva essere peggiore del male.
Non cambierò idea.
Lorenzo Capellini Mion