Omotransfobia. La bioeticista: “gravissimo che politici mirino a reprimere la libertà altrui”
Il fatto è questo: un sacerdote, uno dei pochi che si espongono e attivano verso la pdl liberticida contro l’omotransfobia, ha ospitato un momento di preghiera per ciò che attacca la famiglia tra cui la proposta di legge.
Veglia legittima e libera in un Paese dove ancora esistono libertà di culto, pensiero e opinione. Fuori dalla Chiesa una contro-manifestazione non autorizzata, motivo per cui (come sempre avviene) la polizia si è palesata.
A questo punto il sindaco invita la polizia ad andarsi a prendere quelli dentro la Chiesa perché questo è un Paese democratico e l’odio non ha spazio, mostrando ancora una volta il cortocircuito di cui si fa portavoce chi parla di libertà proprio mentre la vorrebbe negare ad altri (G. Orwell: “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”).
Monica Cirinnà, nuova responsabile del dipartimento dei Diritti del Partito Democratico esprime supporto al sindaco riprendendo l’art.7 della Costituzione, il quale recita: “Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”. Cioè cita proprio ciò che tutela l’azione del parroco. Ed è gravissimo che rappresentanti politici si spendano o appoggino azioni mirate a reprimere la libertà altrui di dissentire pacificamente, in piena autonomia e conformità con la propria coscienza, la propria religione o etica.
Ma questo è lo specchio di ciò che la proposta di legge Zan vuole portare nel nostro Paese: lo psico-reato. Sanzioni penali che lavorano su emozioni o sentimenti, su nozioni ambigue e indefinite scientificamente, sulla percezione del singolo, sulla tolleranza e la convivenza con idee diverse e creando, di fatto, classi di individui più tutelati di altri minando così il principio di uguaglianza.
Come leggevo da alcuni commenti tratti dal web che mi sono stati inviati “non importa che tu abbia fatto qualcosa per essere omofobo, è la sola concezione che ti rende tale”: mentre si propone di tutelare soggetti da loro definiti “vulnerabili”, si costruisce un sistema di sorveglianza del pensiero.
Un sistema di intimidazione di pochi per mettere a tacere molti sovrapponendo ingiustamente odio e dissenso.
Questo episodio ha mostrato il significato autentico delle criticità mosse nei confronti di questa pdl.
Se un cattolico giustamente indignato avesse intimato la polizia di prendere provvedimenti contro un Cristo sbeffeggiato pubblicamente in un gay pride poiché considerato strumento di istigazione all’odio verso i cattolici e offensivo verso la sensibilità altrui, sarebbe stato ascoltato oppure -come accade- per lui solo gogna mediatica e diffamazione con accusa di omofobia?
Se domani qualcuno sarà in piazza vestendo una maglia con padre, madre, figli e qualcuno si sentirà offeso dovrà farsi una notte in galera, come accaduto in Francia?
Come si tutela tutta quella fetta di cittadini che in pieno esercizio della proprie libertà mostra contrarietà con le scelte altrui pur portando pienamente rispetto per l’altra persona?
Sarà libero un genitore di educare alla morale sessuale i propri figli senza rischiare la galera o di finire in centri di rieducazione?
Sarà possibile per un ricercatore dire che i bambini nascono da uomo e donna (finché saranno dicibili queste distinzioni) senza finire in galera?
Sarà possibile tenere dibattiti contro la mercificazione incivile e ignobile dell’utero in affitto senza essere tacciati come fobici e pagarne le conseguenze?
Senza simili leggi si ricevono telefonate continue di genitori spaventati, sacerdoti disorientati, studenti che ipotizzano di andarsene dove la ricerca su temi affini è possibile; educatori angosciati e colleghi rassegnati in cui viene chiesto cosa dire o fare per evitare ripercussioni nel settore accademico e professionale.
Ripercussioni che sono: perdita del posto di lavoro o della possibilità di essere assunti; perdita della clientela per chi ha attività commerciali; diffamazione; minacce per post o commenti; etc. In un Paese davvero democratico e realmente libero può essere che un cittadino metta a tacere il proprio pensiero per timore di essere discriminato in maniera tanto grave dai poteri forti?
Ebbene, posto che le criticità sul rischio gravissimo di censura non riguardano solo i cattolici bensì chiunque, di nuovo torno sul punto in questione della pdl: sarà possibile essere liberi? Io penso di no.
GIULIA BOVASSI