Il velo islamico non è mai simbolo di libertà ma di sottomissione
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Aisha fu Silvia, vivendo in una società libera, ha il diritto di metterselo il velo ma la inviterei a pensare alle donne perseguitate, picchiate, violentate, lapidate per esserlo levato.
La libertà non è mai a senso unico e vorrei solo che fosse chiaro che il velo islamico non è mai un simbolo di libertà, semmai il simbolo della sottomissione agli uomini padroni, non a Dio.
E insieme, quel cencio, testimonia con arroganza una contro società, quella che si fonda sui precetti per cui i suoi rapitori, responsabili della morte di migliaia di innocenti, l’hanno rapita da infedele per riconsegnarla al mondo da convertita e velata.
Penso abbia perso una occasione per tacere, o per misurare meglio le parole, ma forse la sua missione è proprio questa.
E magari farsi passare da martire della comunità che ha pagato, e gioito, per la sua liberazione.
La società che ora viene ripagata con la mistificazione e l’irriconoscenza.
I media largamente complici fanno da grancassa alla propaganda a senso unico per cui sono pagati risultando piuttosto penosi.
Che tristezza.
Lorenzo Capellini Mion