Shemà. “La fatica utile è quella di chi ha costruito su Dio”
Informazione Cattolica ospita la rubrica Shemà (che in ebraico vuol dire “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno a cura della teologa Giuliva Di Berardino*. Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
***
Il Vangelo di oggi presenta la parte finale del “Discorso della Montagna” e contiene ancora elementi su cui possiamo sostare per interrogarci e valutare noi stessi in rapporto all’insegnamento di Gesù.
Il testo di questo Vangelo, in realtà, ci fa capire oggi che ci sono due modi di ascoltare, che corrispondono a due modi di stare nella vita. Si può ascoltare con sincerità, pensando che l’altro abbia qualcosa d’importante da dirci; ma si può ascoltare anche senza ascoltare, pensando di sapere già ciò che l’altro ci dirà.
E il Signore ci mostra oggi che la fatica di ascoltare è come la fatica di edificare una casa. E una casa si costruisce col tempo e con fatica, perciò la casa, nella Bibbia, manifesta la qualità delle relazioni che in essa si vivono, la qualità della vita di chi ci abita.
Solo quando ascoltiamo davvero Gesù, le sue parole, siamo messi in grado di fare delle scelte, di mettere in atto azioni che possano determinare il nostro futuro in maniera positiva e bella. Solo quando ascoltiamo e mettiamo in pratica la Parola di Gesù, in realtà, edifichiamo la nostra casa, questo vuole insegnarci oggi il Vangelo.
Ecco perché la casa di un uomo saggio, che segue il Signore e ascolta la Parola di Dio è costruita sulla roccia, e la roccia, nella Bibbia, è Dio stesso!
In diversi punti della Scrittura troviamo Dio come roccia: «Il Signore è roccia eterna e stabile» (cfr. Is 26,4, Dt 32,4; Sal 31,3). «Benedetto, il Signore, mia roccia» (Sal 144,1); «Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza» (Sal 89,27). Dio «è la roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» (cfr. Dt 32,4).
Dio, roccia, è all’origine della vita, dona consistenza e solidità alla vita. E il peccato del popolo di Dio consiste nel dimenticare quest’origine, cercando altri appoggi: «La roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato; hai dimenticato il Dio che ti ha procreato» (Dt 32, 15.18).
La roccia poi, è anche la grotta che è, appunto, una roccia scavata, così come lo è il sepolcro. Gesù, deposto dalla croce, viene posto in un sepolcro nuovo scavato nella roccia (Mt 27,60; Mc 15,46; Lc 25,53).
La roccia scavata, divenuta grotta o sepolcro, è il luogo che custodisce la vita. Esiste, però, anche l’altro modo di ascoltare, e quindi di costruire, un modo che, di fatto, non costruisce. Ed è questo il caso della casa edificata sulla sabbia. Ma è solo grazie alla prova che si vede il risultato.
La fatica necessaria, ma utile, è quella di chi ha costruito su Dio, fatica, invece, inutile ed effimera, è quella che ha avuto l’illusione di costruire, ma, di fatto, non ha costruito nulla. Pensiamo allora oggi a quanto le nostre azioni, le nostre relazioni, anche il nostro tempo, le nostre giornate, quanto tutto questo lo rimettiamo nelle mani di Dio, quanto è custodito da Dio, quanto Dio è nostra roccia?
Affidiamoci allora, oggi, a Dio, appoggiamoci su di Lui, perchè la prova non ci distrugga, ma al contrario ci dia l’occasione di testimoniare la Tenerezza di Dio, il Suo Amore e la Sua Provvidenza per noi.
Buona giornata con il Vangelo del giorno!
IL VANGELO DEL GIORNO: Mt 7, 21-29 giovedì 25 Giugno 2020
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
GIULIVA DI BERARDINO
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.