Alex Zanardi, dopo l’incidente, ha bisogno di tempo. Ma già ora è un esempio per tutti
Sono ancora ore di apprensione quelle per il pilota automobilistico e paraciclista bolognese Alex Zanardi dopo il terribile incidente accadutogli venerdì scorso a Pienza, in provincia di Siena. L’atleta stava partecipando alla staffetta di “Obiettivo tricolore” e, dopo l’investimento, è stato trasportato in elisoccorso all’ospedale senese di Le Scotte, dove ha subito un doppio intervento di neurochirurgia e maxillo-facciale.
Nel momento in cui scriviamo dopo aver trascorso alcune notti in intensiva, non ci sono novità significative nel suo bollettino medico. Invitiamo quindi i nostri lettori a pregare per la salute fisica e spirituale di uno sportivo esemplare ma, soprattutto, di un marito e di un padre (Alex è sposato con Daniela ed è padre di Niccolò), il cui percorso ospedaliero non sarà probabilmente breve né facile e, allo stato, si ipotizzano per lui una serie di conseguenze post-operatorie.
Una cosa è certa, finora la vicenda di Alex ha profondamente coinvolto la “parte sana” dell’Italia, che non è piccola ma è spesso invisibile alle cronache dei grandi media.
Innumerevoli sono infatti le dimostrazioni d’affetto e di ammirazione che stanno circondando questo grandissimo campione e, in molti casi, non risalgono solo a questi ultimi giorni.
Solo per fare un esempio, si potrebbe citare il bel libro intitolato “Il superdisabile. Analisi di uno stereotipo”, scritto all’inizio di quest’anno da Marco Ferrazzoli, Francesca Gorini e Francesco Pieri per la piccola casa editrice toscana LuCeEdizioni (Massa 2020, pp. 116, €15 – https://luce-edizioni.it/).
I tre Autori, infatti, hanno inserito Zanardi tra i cosiddetti “superdisabili”, cioè tra quei personaggi che pur essendo menomati nel fisico o nella psiche sono riusciti ad affermare presso il grande pubblico la convinzione che nessuna disabilità può impedire il raggiungimento dei risultati che una persona si prefigge quando è animata da forza di volontà, determinazione e spirito di sacrificio.
«Quello di Alex, come quello di Bebe Vio e di tanti altri – hanno dichiarato in proposito gli autori del libro – è un messaggio che ha aiutato moltissime persone disabili a uscire dal nascondimento, dalla solitudine e dalla emarginazione; che ha dato un impulso ulteriore alle attività sportive paralimpiche, il cui rilievo è ormai pari alle competizioni dei cosiddetti normodotati. Ma persone come Alex Zanardi hanno dato soprattutto un messaggio importante alla società nel suo complesso, facendo capire quanto è importante che tutti i servizi e i sostegni possibili, pubblici e privati, siano forniti a queste persone: non solo per ridurre le loro difficoltà ma perché è anche su questo impegno che si misura il livello di civiltà di una comunità».
In conclusione ci sarà bisogno di tempo per riavere Alex dopo l’incidente ma, già ora, è un esempio per tutti!
GIUSEPPE BRIENZA