Shemà. “Davanti al Signore come un araldo, per preparare il trionfo del Re”

Shemà. “Davanti al Signore come un araldo, per preparare il trionfo del Re”

Informazione Cattolica ospita la rubrica Shemà (che in ebraico vuol dire “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno a cura della teologa Giuliva Di Berardino*. Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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Oggi la Chiesa celebra la nascita di Giovanni Precursore e Battista, il santo profeta che ha avuto la grazia di preparare la via al Signore.

Il bravo del Vangelo di oggi, infatti, è come un parallelo della vicenda del Messia, ed è veramente come un annuncio che ci prepara la nascita del Messia.

Oggi, quindi, tutta la Chiesa, con solennità onora questo personaggio del Vangelo che realizza in anticipo la missione di tutta la Chiesa: essere profezia per l’umanità.

La grandezza della vita di Giovanni, che, come grande testimone di Cristo, coincide perfettamente con la sua chiamata. Giovanni è quel bambino che andrà davanti al Signore come un araldo, per preparare il trionfo del Re.

Il suo dono è essere profeta precursore, che apre vie nuove, vie mai aperte prima, perché è lì che il Messia desidera arrivare, lì dove nessuno è mai arrivato.

E Giovanni è colui che arriva prima, prima degli altri profeti, prima di tanti giusti, prima del Messia. Il suo nome è anche la sua vita, la sua missione, perché Giovanni significa “dono” “grazia di Dio“, ma anche “Dio ha esaudito“, oppure anche “il Signore è misericordioso“.

Tanti significati, ma tutti hanno riferimento a Dio e alla Sua grazia, alla sua misericordia. Ma, lo possiamo capire tutti, proprio per questa sua grande chiamata profetica, unica nella storia della salvezza, Giovanni il Battista Precursore è stato sempre un personaggio scomodo: seguito da migliaia di persone, attratte dalla sua santità, ma allo stesso tempo solo, nel deserto, perché una cosa è essere attratti da un profeta, una cosa è vivere come profeta, come la voce che grida nel deserto.

Ecco perché Giovanni è, per tutti noi, un dono, e lo è per i cristiani di ogni generazione: passata, presente e futura. Tutti siamo chiamati a meditare sulla sua persona, sulla sua nascita e sulla sua morte, perché la Chiesa desidera portarci a vivere la sua realtà, il suo dono, nella missione che vive oggi. Allora questa solennità ci porta a gustare la gioia di Dio stesso, che si rallegra per Giovanni il Precursore, per questo dono della grazia per noi.

Possa allora oggi, questo santo che ha preceduto il volto della Misericordia incarnata, comunicarci la grazia di essere anche noi, per quello che possiamo, uomini e donne che, nella forza dell’amore misericordioso di Dio, aprono  vie nuove, perché venga presto, in mezzo a noi, Regno di pace e di verità che tutti attendiamo. Buona festa a tutti!

 

IL VANGELO DEL GIORNO: Lc 1,57-66.80 mercoledì 24 Giugno 2020

Solennità della Natività di San Giovanni Battista

 

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

 

GIULIVA DI BERARDINO

 

 

 

* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.

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