Shemà. I 3 criteri necessari di Gesù per vivere in pace
Informazione Cattolica ospita la rubrica Shemà (che in ebraico vuol dire “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno a cura della teologa Giuliva Di Berardino*. Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
***
Il vangelo di oggi ci propone ancora il capitolo 7 del Vangelo secondo Matteo che abbiamo iniziato a meditare ieri. Se infatti ieri Gesù ha raccomandato ai suoi seguaci di non giudicare nessuno, mettendo questo consiglio come primo criterio da adottare per vivere bene le nostre relazioni quotidiane, in famiglia, o nel lavoro, oggi il Vangelo desidera consegnarci altri criteri necessari per vivere in pace tra persone.
Nel testo di oggi, questi consigli, per noi importanti, sono elencati da Gesù non attraverso una modalità normativa, ma, potremmo dire, sapienziale, perché viene utilizzato un linguaggio popolare, che fa uso di figure simboliche, ben comprensibili, però, agli uditori di Gesù.
I consigli che Gesù offre sono sotanzialmente tre: discernimento nell’offrire o nel condividere aspetti profondi di sè, questo significa il detto che Gesù pronuncia: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci”, parole che non lasciano emergere un giudizio verso gli altri, ma piuttosto un’esortazione alla moderazione e alla prudenza.
Segue poi il consiglio che è posto al cuore di tutto questo testo, che è la famosa Regola d’Oro, valida per ogni tipo di relazione umana: fare all’altro ciò che ti piacerebbe che l’altro facesse a te, un invito, di fatto, al rispetto dell’altro, in relazione sempre a se stessi, non in relazione a quello che l’altro fa o da come l’altro appare a noi.
Infine il testo conclude con il terzo consiglio: Entrate per la porta stretta, che collega l’immagine della porta a quella della via, utilizzando sempre simbologie bibliche indicate in Dt 30, 19, un testo della Torah, e in Ger 21,8, un testo dei profeti. Il tema è sostanzialmente la scelta tra due diversi modi di vita che si contrappongono tra loro: la via della vita e la via della perdizione, che porta alla morte.
Chi sceglie la via stretta, o la porta stretta, sceglie la via della vita. E non è mai una scelta facile, ci sembra dire il Vangelo, perché non sarà mai la via che percorreranno tutti.
Dunque, chi sceglie la vita non fa mai una scelta di comodo, ma può essere certo di aver fatto la sua scelta, cioè di aver esercitato a pieno la sua libertà.
Allora: discernimento, rispetto per gli altri ed esercizio della libertà, di fronte alle diverse situazioni della vita, sono i consigli che il Vangelo oggi ci lascia come perle preziose tra le nostre mani.
Ciò di cui possiamo renderci conto è che il Vangelo non ci dona regole e leggi da applicare, ma ci rende consapevoli della nostra personale responsabilità davanti a noi stessi e alla società, in quanto seguaci dell’insegnamento di Gesù. Il Vangelo, quindi, ci concentra su noi stessi, sui nostri comportamenti, non per chiuderci in noi stessi, ma per aprirci sempre di più all’universalità, perché, ciò che vediamo in noi di buono e di bello, possiamo riconoscerlo anche negli altri.
Allora oggi preghiamo lo Spirito Santo, dono del Padre a ogni creatura, perché ci aiuti a vivere questi consigli di Gesù, nella libertà, con responsabilità, ma con cuore aperto e disponibile per riconoscere la bellezza di Dio negli altri ed essere, così, persone propositive, responsabili, significative, nel mondo, nella società.
Buona giornata con il Vangelo del giorno!
IL VANGELO DEL GIORNO
Matteo 7,6.12-14
23 Giugno 2020
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
GIULIVA DI BERARDINO
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.