Il ginecologo Campanella: “l’aborto volontario rimane in Italia un grave problema sociale”

Il ginecologo Campanella: “l’aborto volontario rimane in Italia un grave problema sociale”

“I dati forniti in questi giorni dal Ministro della Salute confermano che l’aborto volontario rimane una triste realtà per il nostro Paese”, ha dichiarato il ginecologo Mario Nicola Campanella commentando la relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 194.

“I numeri che emergono dalla relazione alle Camere – ha detto il dottor Campanella – vanno letti con attenzione senza farci ingannare dai titoli dei giornali. Per sostenere la tesi della diminuzione degli aborti (76328 nel 2018, con un lieve calo rispetto agli 80733 dell’anno precedente) la quasi totalità dei quotidiani ha come sempre omesso di riportare altri dati presenti nella relazione. In particolare l’esorbitante numero (260.139) di confezioni vendute nel 2018 del farmaco EllaOne (più comunemente conosciuto come ‘pillola dei 5 giorni dopo’) la cui azione farmacologica è quella impedire l’annidamento dell’embrione in utero con conseguente aborto farmacologico nel caso la gravidanza sia iniziata nei giorni precedenti l’assunzione. Ipotizzando che anche solo una minima percentuale delle confezioni vendute abbia ottenuto lo scopo desiderato, è evidente che sostenere che il numero degli aborti volontari in Italia stia realmente diminuendo è un’affermazione che contrasta proprio con i dati forniti dal Ministro Speranza”.

“Per risolvere il problema dell’aborto – ha concluso il ginecologo Campanella – serve un radicale cambio di passo. Si potrebbe cominciare da una più piena applicazione della 194 che, pur restando una legge iniqua, prevede in alcuni suoi articoli l’obbligo del sostegno alle madri per il superamento delle causa che potrebbero indurle ad abortire. Ma questo non può bastare. Servono misure concrete e strutturali per dare a tutte le donne che lo desiderano la possibilità di scegliere e non di subire la maternità. La donna che lavora deve poter accogliere la maternità senza paura di perdere la sua occupazione, la donna casalinga deve poter scegliere di generare un figlio avendo la sicurezza anche economica di poterlo crescere ed educare. A tal proposito il Popolo della Famiglia ha già depositato in Parlamento il disegno di legge sul Reddito di Maternità, al momento l’unica proposta politica in grado di fornire un’alternativa concreta all’aborto. Una proposta che unita al grande lavoro dei Centri di Aiuto alla Vita nel sostegno alle maternità difficili potrà veramente permettere ad un futuro Ministro della Salute di ipotizzare che la piaga dell’aborto possa essere vinta nell’interesse di tante future mamme e di altrettanti futuri cittadini italiani”.

 

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