L’ideologia scientista e Roberto Burioni

L’ideologia scientista e Roberto Burioni

Nella puntata de “Le Iene” di martedì 9 giugno è stato mandato in onda un servizio sul noto virologo Roberto Burioni basato su una domanda di partenza, decisamente provocatoria: «quando parla di scienza su un canale della televisione pubblica, ha un conflitto di interessi?». I curatori del noto programma televisivo che va in onda dal 1997 su Italia1 sono state ampiamente descritte le critiche del prof. Burioni al plasma iperimmune come cura al Covid-19 e le molte volte in cui ha perorato la causa degli “anticorpi monoclonali”,sui quali ha dichiarato: «Produrre anticorpi monoclonali umani è il mio lavoro dal momento della mia laurea. Ne ho prodotti tanti, ma nessuno di questi è di mia proprietà».

Senza voler ora entrare nel merito sulla querelle che, lo stesso Burioni, ha deciso di affrontare ingaggiando un avvocato al fine di «ristabilire la verità» (naturalmente questa esiste per certi laicisti esclusivamente per quel che li riguarda e non per la morale o per la religione…), vale la pena cogliere uno spinto di quest’ultima vicenda che ha coinvolto il noto docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Segrate. Quando ascoltiamo Burioni, infatti, non dobbiamo dimenticare che, per buona parte, quel che sostiene è profondamente influenzato dallo scientismo. Anche se molti cristiani si sono assuefatti a questa ideologia filosofica, va segnalato che, secondo retta ragione, non esiste “la Scienza”, ma “le scienze”. Quest’ultimo, infatti, è un’espressione che riflette non solo lo sviluppo attuale della ricerca scientifica ma che “vaccina” anche contro i Soloni e contro le interferenze ideologiche spacciate come verità indiscutibili nel lavoro scientifico.

Lo scientismo è frutto della tentazione continua di imporre verità sperimentali (relative) come verità assolute. Le scienze (espressione più realistica rispetto a quella apodittica di “Scienza” al singolare e con la maiuscola) non sono infatti attività slegate dall’uomo che le costruisce. Il ricercatore, ha recentemente dimostrato persino la psichiatria, difficilmente può mettere tra parentesi il suo sistema di conoscenze e influenze culturali nel rapportarsi a tali attività (cfr. Paolo Migone, Una rassegna delle ricerche sperimentali sull’inconscio psicoanalitico. Sistemi intelligenti, in “Psicoterapia e Scienze Umane”, 3/2013, 537-552.). Scrivo questo ripensando all’apertura del quotidiano “Il Tempo” dello scorso mese, che si soffermava sulla classifica internazionale degli esperti virologi (cfr. Ecco i voti ai nostri virologi, 1° maggio 2020, pp. 1 e 3). Giudizi scarsi dal sistema Scopus, che censisce gli scienziati di tutto il mondo (è un database di riassunti e citazioni per articoli di pubblicazioni riguardanti la ricerca creato nel 2004 dalla casa editrice Elsevier) per l’arrogante e sempre interpellato dai media nostrani Roberto Burioni, che è al fondo della classifica con 26 di punteggio. Così, tanto per fare una valutazione comparativa…

 

GIUSEPPE BRIENZA

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