Conte svende all’Egitto di Al Sisi la fregata dedicata alla medaglia d’oro Spartaco Schergat

Conte svende all’Egitto di Al Sisi la fregata dedicata alla medaglia d’oro Spartaco Schergat

Il prossimo 12 luglio, ricorrerà il centenario della nascita della medaglia d’oro Spartaco Schergat. E come lo onora l’Italia di “Giuseppi” Conte? Vendendo all’Egitto la fregata a lui intestata.

Il governo ha dato il via libera alla vendita di due fregate Fremm all’Egitto, quella intitolata a Spartaco Schergat e quella intitolata ad Emilio Bianchi, anche lui eroe di Alessandria.

L’accordo tra Roma e Il Cairo è stato personalmente chiuso dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal leader egiziano Al Sisi e la decisione è stata condivisa con i vertici di Fincantieri per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro.

Se la vicenda ha già avuto ripercussioni nella maggioranza di governo, spaccando Pd e 5 stelle, in grossa difficoltà nel sostenere la vendita di armi e navi al governo egiziano su cui pesa come un macigno la vicenda dell’assassinio di Giulio Regeni, anche nell’entourage della Marina Militare qualcuno ha avuto il coraggio di alzare la voce, proprio in occasione del 10 giugno, Festa della Marina.

“Questa ricorrenza – ha detto l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di stato maggiore della Marina – è segnata dall’amarezza per la notizia dell’imminente cessione all’Egitto di Nave Spartaco Schergat e Nave Emilio Bianchi, da poco intestate con solenne cerimonia a due eroiche medaglie d’oro della Marina, in cambio di una possibile esportazione di armamenti verso l’Egitto, i cui contorni sono tutti ancora da definire”.

Che tristezza! Così ha scritto un vecchio capodistriano, Pietro Valente, che di Schergat è stato concittadino e amico: “Posso anche non contestare la vendita ma mi farebbe piacere che avessero messo una clausola affinchè il nome rimanesse lo stesso e che la base della nave fosse proprio Alessandria d’Egitto, luogo dell’azione eroica. È solo un sogno. I potenti che decidono sui contratti e i sentimenti hanno fatto il servizio militare?”.

Sappiamo già che il suo sogno resterà tale. Ma una cosa abbiamo il diritto di pretendere. A Conte chiediamo non solo di palesare con chiarezza i risvolti economici, politici, diplomatici di questa fosca operazione, ma anche di chiedere scusa per l’offesa recata a questi eroi d’Italia.

E pure la Marina Militare faccia la sua parte, assumendo un impegno solenne ad intitolare due nuove navi a Spartaco Schergat e Emilio Bianchi. E’ il minimo che si possa fare per conservare quell’elementare senso di rispetto e di onore che lo Stato e le sue istituzioni dovrebbero trasmettere.

Roberto Menia

 

LEGGI QUI CHI ERA SPARTACO SCHERGAT.

 

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