Shemà. “Amare i nemici ci fa crescere davvero come persone”
Informazione Cattolica ospita la rubrica Shemà (che in ebraico vuol dire “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno a cura della teologa Giuliva Di Berardino*. Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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Il vangelo di oggi ci porta a riflettere sulla meta del nostro cammino cristiano: “Siate perfetti come vostro Padre del cielo è perfetto”.
Certamente le parole di Gesù ci fanno fare un cammino per arrivare a questa perfezione, tuttavia è necessario chiarire che perfezione, nel testo, non significa quello che possiamo intendere noi.
La perfezione di cui parla Gesù non è l’infallibilità e neppure è uno stato che solo pochi possono raggiungere, ma tutto il contrario!
Il termine greco utilizzato per dire “perfezione” è teleios, che noi traduciamo come “perfetto”, dalla traduzione latina, ma, nella lingua greca, questo termine significa completo, e, in certi casi, adulto, maturo.
Ecco allora che questo significato, proprio della lingua greca, ci fa già entrare in ciò che effettivamente Gesù voleva dire con questa espressione: “siate perfetti”, cioè cercate la vostra maturazione, il vostro stato di adulti, di persone realizzate, non secondo il mondo, ma nella relazione col Padre.
Così, oggi, questo testo del Vangelo di Matteo ci mostra come poterci mettere in ricerca del nostro autentico stato di adulti, di figli grandi, realizzati in Dio: “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” e il Vangelo continua “affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli.”
Per essere veri figli del Padre, ci dice Gesù, bisogna amare i nemici, che, di per sè, sembra un’esigenza impossibile, perché non ne siamo capaci, addirittura impossibile, perché illogica, però, in effetti, è ciò che ci fa crescere davvero come persone!
Davanti alla durezza di chi ci giudica, ci calunnia o comunque ci fa del male, noi ci tieniamo coscienti della nostra piccolezza, della nostra impotenza, mantenendoci in dialogo amoroso col Padre: questo ci chiede il Vangelo oggi.
Comprendiamo allora che pregare per i nemici ci rende adulti, ci fa stare come bambini piccoli di fronte a questa immensità della rivelazione del Padre, ma nello stesso tempo ci fa crescere come persone perché prendiamo coscienza che siamo umani, e la nostra intelligenza si apre fino a capire che, forse, anche chi fa del male lo fa perché non conosce realmente la verità su di noi, o sulla realtà che giudica di noi. Ma soprattutto amare i nemici è il modo più bello per preparare il nostro cuore ad accogliere un eventuale ritorno, una nuova possibilità, sia di chi ci ha fatto del male, sia anche di noi stessi.
Amare il nemico, a volte, significa, infatti, prendere le distanze dal male che sentiamo dentro, distinguendo il male che ci fa male, dalla persona, che, di per sè, in quanto persona, ha diritto a vivere, ha diritto come tutti di essere amata, magari non da noi, perché non ce la facciamo, perché siamo limitati e feriti, ma dal Padre sì!
Questo atteggiamento ci tiene aperto il cuore e rende capaci noi di accogliere i segni della guarigione e dell’amore del Padre per noi, aprendoci nuovi cammini che ci fanno crescere, nuovi percorsi che ci fanno maturare e diventare adulti, figli felici, come il Padre desidera per noi.
Agire da cristiani, agire come seguaci di Gesù, questo ci rende davvero presenze di pace, di consolazione in questo mondo, ci rende umani, perché ogni persona vive nella relazione col Padre, una relazione che evolve sempre verso la maturazione, la perfezione, secondo il Vangelo.
Oggi, allora, chiediamo al Padre di guidarci in questo percorso di maturazione che riguarda noi, la nostra esistenza, di mostrarci come pregare per i nostri nemici, come superare le nostre idee di giustizia, per accogliere sempre di più in noi l’identità del Figlio di Dio, che viene formata in noi, progressivamente, fino alla perfezione.
Amare i nemici significa fare quello che ha fatto Gesù, assomigliare a Gesù che non solo ha saputo amare i nemici, non solo ci ha insegnato a farlo, ma ha dato la sua vita per loro.
Buona giornata con il Vangelo del giorno!
VANGELO SECONDO SAN MATTEO Mt 5,43-48
Martedì 16 Giugno 2020
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
GIULIVA DI BERARDINO
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.