Giuliano Guzzo: “i neri sono il 12% della popolazione Usa ma commettono il 36% degli aborti”
In attesa che vengano dichiarate razziste pure le mie scarpe, di un irriverente color marrone, evidenzio che la miopia dell’antirazzismo di queste settimane – che arruola pecoroni a ritmi spettacolari – non sta nel richiamare giustamente l’attenzione sulla questione razziale, ma nel farlo in modo assai parziale. Per esempio, dimenticando che il posto più pericoloso per un afroamericano, oggi, non è una stazione di polizia ma il ventre materno, con i neri che sono il 12% della popolazione Usa ma hanno sulle spalle, di fatto, il 36% degli aborti.
Allo stesso modo, attendo che venga denunciata la strage di bambini Down: solo negli Usa, la percentuale di nascituri abortiti perché Down è oscillante il 67 e l’85%, secondo le stime di uno studio uscito nel 2012 sul Journal of Obstetrics and Gynecology. In Europa? Peggio: la percentuale dei nascituri con trisomia 21 cui è impedito di nascere è del 65% in Norvegia, del 90 nel Regno Unito, addirittura del 95 in Spagna, in Islanda sfiora ormai la totalità mentre la Danimarca, da tempo, gioca a carte scoperte finanziando tutti i test alle donne incinte per giungere, entro il 2030, ad essere «Down free».
Perché, cari antirazzisti, non riservate non dico una manifestazione, non dico uno striscione, ma almeno un distratto tweet a questa strage quotidiana e silenziosa di bambini mai nati a motivo solo del non essere abbastanza «perfetti»? Non è forse, questo, il razzismo più invisibile e vigliacco? Si badi che non è benaltrismo: il benaltrismo semmai è quello di chi, coccolato dai media, fa solo le battaglie più semplici. Quindi, amici per l’uguaglianza, perché non denunciate il razzismo prenatale? Coraggio. Fatelo, e avrete anche il mio inginocchiamento; altrimenti dovete accontentarvi delle mie perplessità.