Shemà. “Chi nella predicazione tace la verità rinnega Cristo”
Informazione Cattolica ospita la rubrica Shemà (che in ebraico vuol dire “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno a cura della teologa Giuliva Di Berardino*. Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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Sabato 13 Giugno 2020
S. ANTONIO DI PADOVA, SACERDOTE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA
Nel vangelo di oggi, emerge una riflessione importante, profonda alla quale le parole di Gesù ci conducono pian piano, e che riguarda la differenza tra l’insegnamento di Gesù e la semplice applicazione della Legge. La Legge, in questo nostro contesto, possiamo intenderla non tanto come la Legge di Mosè, ma come quel nostro modo di considerare la realtà attraverso gli schemi mentali e i criteri di interpretazione della realtà che sono sempre e solo nostri. Gesù invece desidera convertirci, cioè cambiarci il punto di vista delle cose perché noi possiamo pian piano arrivare a cambiare i nostri schemi e accogliere la verità, per quella che è. E oggi la verità che ci viene annunciata in questo Vangelo è quella della trasparenza, della limpidezza, della purezza interiore, che si ottiene tramite la pratica dell’onestà dei rapporti umani. C’era un testo della Thorà, il Libro dei Numeri al cap 30, 2 che comandava quello che il Vangelo ci fa ascotare: giurare per il Signore. Ecco, quì Gesù, lo vediamo, offre una sua interpretazione personale di questo passo della Thorà. Quello che fa Gesù è ciò che normalmente fa un rabbi, visto che era una persona sapiente, un rabbi poteva dare una proposta personale a partire dal testo della Thorà. Infatti Gesù spiega la realtà del giuramento come un comandamento fondato sulla ferita umana del dubbio verso l’altro alla quale è necessario porre un rimedio che sappia curare il dolore di questa mancanza di fiducia. Così facendo, innanzi tutto Gesù ci fa capire che la sofferenza che ci viene dal dubbio che abbiamo, l’uno con l’altro, possiamo e dobbiamo gestirlo tra noi, perché non è corretto far ricadere su Dio questa nostra responsabilità. Giurare su realtà considerate sacre come il cielo e la terra, opera di Dio o la città di Gerusalemme, città di Dio e della pace, non ha senso, ci mostra il Vangelo, perché spetta a noi aprire il cuore e la vita alla fiducia gli uni verso gli altri, per accedere insieme alla conoscenza della verità. Agire in onestà, quindi, ci annuncia oggi il Vangelo, è l’inizio di un cammino di limpidezza e trasparenza verso l’altro che ci porta a conoscere la verità. E, poiché questo cammino richiede coraggio, il Vangelo oggi ci esorta: più che giurare, manifestando un dubbio, e quindi il dolore che ne consegue, prega per arrivare a dare fiducia e guarire da questo dolore! Allora oggi, alla luce di tutto questo percorso che ci ha fatto fare la Parola di Dio, consegnamo tutto in preghiera. E questa preghiera affidiamola per noi, per quanti portiamo nel cuore, per quanti il Signore vorrà metterci sul nostro cammino in questa giornata, ecco, tutte le persone, le situazioni, le relazioni le ferite sui dubbi che portiamo, tutto affidiamo all’intercessione del caro santo che oggi la Chiesa Cattolica nel mondo ricorda con grande affetto: S.Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa. Si dice di Padova, ma in realtà era di origine portoghese, un santo internazionale! Questo santo giovane, pieno di tenerezza e di sapienza, ha saputo predicare la verità del Vangelo con grande coraggio, però anche con estrema limpidezza, compiendo miracoli proprio a causa e grazie alla sua purezza e del suo amore puro per Dio e per gli altri. Allora oggi desidero leggervi un un piccolo brano tratto dai Sermoni di Sant’Antonio, perché anche le sue parole ci restino nel cuore: “Chi predica la verità, professa Cristo. Chi invece nella predicazione tace la verità, rinnega Cristo! La verità genera odio e quindi alcuni, per non incorrere nell’odio di certe persone, si coprono la bocca con il velo del silenzio; ma non è lecito rinunciare alla verità per timore dello scandalo.” Ecco, quest’insegnamento di S.Antonio, dottore della Chiesa, ci invita oggi a chiedere al signore che ci faccia fare verità, e che ci faccia vivere la verità. Allora raccogliamo l’esigenza del Vangelo e impegnamoci, oggi, a vivere tra noi, nei nostri incontri, nei nostri rapporti, nelle situazioni che viviamo, l’onestà, la fiducia e la verità.
Buona giornata con il Vangelo del giorno!
VANGELO SECONDO SAN MATTEO, 5,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».
GIULIVA DI BERARDINO
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.