Il vescovo di Caserta: “togliere entrate alle famiglie significa ucciderle”

Il vescovo di Caserta: “togliere entrate alle famiglie significa ucciderle”

a cura della Redazione

LA DISOCCUPAZIONE INCOMBE…

“Sono costernato perché dopo questi tre mesi di isolamento e, soprattutto, dopo tre mesi in cui si sono dovuti fare tanti sacrifici, oltre al virus, oltre ai morti, trovarsi alle prese con lo spettro della disoccupazione che incombe da un momento all’altro fa veramente male”. Lo ha dichiarato a Vatican News monsignor Giovanni D’Alise, vescovo di Caserta, commentando il “caso Jabil”, i licenziamenti minacciati dalla multinazionale statunitense per lo stabilimento di Marcianise.

“Sarà proprio la questione del lavoro il tema al centro della crisi economica; il lavoro che manca in Campania e nel Meridione in generale, che è già fortemente in difficoltà rispetto alle regioni del Nord. In una situazione del genere intervenire con dei licenziamenti, togliere un’entrata fondamentale alle famiglie significa ucciderle, significa togliere loro la dignità. Tutto questo mi dà molta preoccupazione, anche perché so che i sindacati si stanno impegnando in maniera energica, però è molto importante che anche i sindacati comprendano da che parte stare, perché non sempre è chiarissimo da che parte stanno”, ha spiegato il vescovo.

“Dobbiamo renderci conto – e lo stiamo vedendo anche nel nostro rapporto con l’Europa – che nessuno è sincero e nessuno lavora per l’Italia, ma tutti vogliono approfittare della debolezza dell’Italia e questo ricade sul lavoro: c’è gente che sposta le fabbriche per meri guadagni e, ancor peggio, non c’è nessuna considerazione per la dimensione umana. La stessa realtà che si vive a Taranto. Così sfianchi le persone, che poi non ce la fanno più a combattere; perché per difendere il lavoro ci vuole un cuore enorme, la piena coscienza che al lavoro è legata ogni cosa, lì c’è la tua dignità, lì c’è la possibilità di fare una famiglia, lì c’è la possibilità avere dei figli, lì c’è la possibilità di realizzare il progresso sociale. Quando togli tutto questo l’hai uccisa una persona, figuriamoci una famiglia”, ha accusato il vescovo di Caserta.

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