Rosalba Candela (Insegnanti Cattolici): “le paritarie sono un fiore all’occhiello di questo Paese”
a cura della Redazione
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MA COME SI FA A INSEGNARE A SCRIVERE A UN BAMBINO A DISTANZA?
“Piuttosto che il test, fare una prova scritta inerente la disciplina che devo andare insegnare è una cosa più qualificante. Perché con una prova scritta si esprime un pensiero compiuto, si vedono di più le conoscenze e le competenze del docente”, ha spiegato a Vatican News Rosalba Candela, Presidente nazionale dell’UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori).
“Sicuramente può servire”, ha dichiarato la Candela, avere più insegnanti per evitare le classi pollaio e mantenere quel distanziamento che serve per contenere il virus. “Però attenzione, non basta, perché a volte ci sono classi fisicamente troppo piccole. Ma è già un primo passo: con più docenti sarà più facile trovare le soluzioni”.
Secondo la Candela “è opportuno che riguardo alla didattica a distanza siano formati tutti i docenti. Diciamoci la verità, finora l’hanno improvvisata. Di conseguenza, ci sono quattro mesi, formiamoli seriamente. Poi è ovvio che niente può superare la didattica in presenza. In particolare siamo assolutamente contrari alla didattica a distanza per le prime classi, si immagini una prima elementare deve per forza fare una didattica in presenza. Ma come si fa a insegnare a scrivere a un bambino a distanza? E’ ovvio che deve esserci la presenza dell’insegnante. Riduciamo il numero degli alunni per classe se proprio non si può fare diversamente per avere una didattica in presenza e credo che non se ne potrà fare a meno per le prime classi, per le altre classi ci si può quantomeno ragionare”.
“Per legge la scuola pubblica italiana è fatta anche dalle paritarie”, ha spiegato la Candela, “quindi dobbiamo garantirle. Pensiamo per esempio al servizio indispensabile delle scuole materne paritarie. Pensiamo anche ai tanti indirizzi di studio paritari che sono un vero e proprio fiore all’occhiello di questo Paese. Se crolla il ramo delle paritarie viene giù tutto l’albero della scuola pubblica. Perché andrebbero ad esempio previsti altri locali per accogliere questi studenti, andrebbero assunti molti altri docenti, l’aggravio economico ci sarebbe comunque. Quindi è un dovere non far morire le scuole paritarie che, tra le altre cose, garantiscono il pluralismo educativo”.