La scoperta: “solo ai cattolici è stata imposta la comunione sulla mano. Agli altri cristiani no!”
di Roberto*
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CI PIGLIANO PER FESSI…
Sul modello del protocollo firmato tra la CEI e il Governo italiano, per la ripresa degli esercizi di culto in sicurezza, giustamente sono stati proposti, modificati e sottoscritti anche i protocolli con le altre religioni cristiane e non cristiane.
Siamo volutamente andati a leggere quelli per le altre confessioni acattoliche per vedere un po’ se ci pigliano per fessi e se pensavano di poter farla franca. Sì: ci pigliano per fessi ma li abbiamo sgamati.
Al punto 2.4 di ogni protocollo, fatte le debite modifiche peculiari a ciascun rito, si specifica che il
ministro, indossato il guanto e la mascherina provvederà a distribuire il Pane e Acqua (per i mormoni, pag. 2 qui), la Eucarestia (per la Chiesa Ortodossa, qui, pag. 2) e il Pane (per la comunità anglicane, evangelica e protestanti, qui pag.,2) “avendo cura di non venire a contatto col fedele”.
Come potrete notare NON si parla MAI di “mani”. Quindi solo nel Protocollo con la Chiesa Cattolica (qui, pag. 3, n. 3.4) è specificato che i ministri “abbiano cura di non offrire l’ostia [minuscolo n.d.r.] senza venire a contatto con le mani del fedele”.
Orbene, noi sappiano che la Santa Eucarestia, secondo alcuni Riti delle Chiese Ortodosse viene amministrata solo in bocca, e in altre addirittura con una “pinza/cucchiaino” per “imboccare” i fedeli (e il Sinodo della Chiesa Ortodossa Greca aveva già avvisato che avrebbe continuato a farlo in questo modo nonostante i rischi sanitari, qui).
In alcuni riti protestanti si prende in bocca stando in ginocchio, in altri (ci pare, metodisti) poi, si beve il Vino direttamente dallo stesso calice…
A norma dei vari Protocolli quindi i vari ministri (pastori, sacerdoti o in altro modo siano chiamati), procederanno all’amministrazione della Comunione more solito, come previsto dal proprio rito. Solo ai cattolici invece viene, pur indirettamente, inibito uno dei due modi in chi hanno diritto a riceverla.
Ora ci chiediamo come mai questa macroscopica e “bizzarra” differenza nella previsione normativa.
Ma temiamo già bene la risposta cui si perviene mediante sillogismo: visto che i testi (proposto dal Governo) sono molto simili tra loro e in tanti aspetti comuni, e le varie confessioni hanno modificato la terminologia a seconda delle proprie dottrine, vuol dire che il riferimento alle “mani” del fedele che si legge (solo) nel testo “Cattolico”, è stato voluto espressamente dalla CEI.
Se fosse stato voluto dal Comitato Tecnico Scientifico o dal Ministero, sarebbe stato specificato anche negli altri protocolli. Non vi pare?
Quindi è legittimo pensare che siano stati i Vescovi italiani a voler specificare, ingiustificatamente, subdolamente, la sola Comunione in mano per i cattolici. Ad ogni modo allora si perpetra una discriminazione per fede religiosa. Quindi si potrebbe pretendere la distribuzione della Santa Comunione secondo le regole previste per le altre confessioni cristiane, senza limitazione!
Era troppo ghiotta per i nostri vescovi questa occasione per lasciarsela sfuggire per non dare un colpo mortale alla pia pratica della Comunione in bocca, che ricordiamo essere, per legge della Chiesa, la forma ordinaria, mentre quella in mano è stata introdotta in Italia come deroga e concessione, e, tecnicamente un indulto.
Ci giunge voce, a tal riguardo, che il dirigente del ministero dell’Interno che si è occupato dei vari Protocolli sia molto vicino alle gerarchie CEI.
Quello che ci pare essere più vergognoso è il fatto che la bandiera politico-ecclesiale della Comunione in mano sia stata surrettiziamente introdotta approfittando della tragedia del coronavirus. Ma il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: guardando i protocolli con le altre confessioni le manovre della CEI vengono scoperte.
Poi comunque resta la questione inaccettabile e veramente scandalosa della previsione del guanto imposto al ministro di culto. Ma questa é un’altra storia. E ai vescovi poco importa Perché tanto sembra, non credono più alla presenza reale, tanto meno nei frammenti che rimarranno attaccato alla plastica del guanto.