Magdi Cristiano Allam: “inquietante vicenda quella di Silvia Romano”
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UN SINTOMO DELLA TRAGICA DECADENZA IN CUI SIAMO PRECIPITATI
L’insieme dell’inquietante vicenda di Silvia Romano, ad eccezione di queste ore di gioia per il suo ritorno in Patria e dell’abbraccio dei suoi familiari, è solo un sintomo della tragica decadenza in cui siamo precipitati.
Cari amici, non potremmo non gioire per il ritorno in Patria di una nostra connazionale e non potremmo non condividere la gioia dei familiari di Silvia Romano, una giovane italiana di 25 anni, rapita 18 mesi fa in Kenya dove operava con l’associazione “Africa Milele” che si occupa di sostegno all’infanzia.
Ma dovremmo gioire per il fatto che il Governo ci ha messo 18 mesi per individuare tra i criminali che l’hanno catturata e i terroristi islamici che l’hanno imprigionata l’interlocutore giusto a cui pagare un cospicuo riscatto, tra i 2 e i 4 milioni di euro secondo il “Corriere della Sera”?
Dovremmo gioire perché ad aiutare l’Italia nella liberazione di Silvia Romano sono stati i Servizi segreti della Turchia di Erdogan, l’uomo più pericoloso del Medio Oriente, il principale sostenitore dei Fratelli Musulmani e di Hamas, il grande burattinaio dei terroristi islamici dell’Isis e che anche in Somalia ha stretti rapporti con i terroristi islamici degli Al-Shabab?
Dovremmo gioire del fatto che Silvia Romano ha subito un lavaggio di cervello che l’ha persuasa a convertirsi all’Islam, che sia stata costretta a sposare un terrorista islamico suo carceriere, che ora porti in grembo il figlio di un terrorista islamico?
Dovremmo gioire del fatto che Silvia Romano, atterrata vestita all’islamica all’Aeroporto di Ciampino a Roma con un aereo di Stato, ha ignorato in un primo tempo di salutare e ringraziare il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, presenti per accoglierla, e che solo in un secondo tempo è stata richiamata dal Direttore dell’Aise, il Servizio segreto esterno, Luciano Carta, per correggere un gesto di grande insensibilità e ingratitudine?
Dovremmo gioire per la più recente sciocchezza detta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte “lo Stato c’è, c’è sempre, e non si lascia mai distrarre da tutti i suoi compiti, su tutti i fronti”, quando a causa della sua scellerata gestione dell’emergenza del Coronavirus ci sono venti milioni di italiani ridotti in stato di povertà di cui la metà non ha alcuna fonte di reddito?
A parte la gioia per il ritorno in Patria di una nostra connazionale, non c’è null’altro da gioire. Piuttosto sarebbe veramente ora che lo Stato vietasse tassativamente ai cittadini italiani di recarsi in zone a rischio per l’attività della criminalità e del terrorismo islamico. L’Italia si è fatta la pessima fama di essere un “buon pagatore” che cede subito alle minacce dei terroristi islamici e alla richiesta del riscatto. Parliamo di decine di milioni di euro pagati ai terroristi islamici con i soldi dei contribuenti italiani. Così come dovremmo prendere atto che il Mondo è tragicamente cambiato.
La scristianizzazione, il tracollo demografico, il declino della civiltà, l’assottigliamento del ceto medio e il crescente impoverimento hanno fatto venir meno la forza e la credibilità dell’Europa, finendo per essere percepita come terra di conquista. I terroristi, gli estremisti e sedicenti “musulmani moderati” mobilitano tutte le loro risorse per sottomettere l’Europa all’islam. Sul piano economico la prospettiva è di essere fagocitati, con la complicità di governi asserviti e traditori, al “Nuovo Ordine Mondiale” assoggettato alla grande finanza speculativa globalizzata.
Cari amici, l’insieme dell’inquietante vicenda di Silvia Romano, ad eccezione di queste ore di gioia per il suo ritorno in Patria e dell’abbraccio dei suoi familiari, è solo un sintomo della tragica decadenza in cui siamo precipitati. Dobbiamo imparare anche da questa esperienza per individuare un’alternativa a questo modello di civiltà, di Stato, di sviluppo e di società che è fallito. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo.