Giorgia Meloni: “non conosce il cristianesimo chi dice di vivere la fede in solitudine”
A cura della Redazione
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LE DICHIARAZIONI DELLA LEADER DI FRATELLI D’ITALIA
“È una buona notizia che i fedeli dal 18 maggio ritornino a Messa”, ha spiegato a IfamNews la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, “perché per un cattolico partecipare alla Messa e ricevere i sacramenti è essenziale. Non conosce il cristianesimo chi dice e sostiene, come ho sentito dire anche l’altro ieri in parlamento ma non solo, che un cattolico possa vivere la fede in solitudine e che gli basti pregare in casa o seguire la Messa in streaming. Non è affatto così. E non sono io a dirlo, ma il Papa”.
Fratelli d’Italia, il partito della Meloni, aveva presentato un emendamento al decreto “lockdown” per fare in modo che la celebrazione delle cerimonie religiose con la presenza di fedeli potesse ripartire subito e non il 18 maggio, “ovviamente nel rispetto di tutte le norme generali anti-contagio e del distanziamento sociale, senza rimandare a qualcuno il potere di stabilire tempi e modi. È questo il punto centrale che abbiamo contestato e che è contenuto nell’emendamento della maggioranza: consentire ancora una volta a Conte la possibilità di decidere sulla libertà di culto. Deve essere chiaro che nessun presidente del Consiglio, chiunque esso sia, può decidere sulla libertà religiosa degli italiani”, ha spiegato al giornalista Federico Cenci l’onorevole Meloni.
In merito alle scuole paritarie, in prevalenza gestite dai cattolici, la Meloni le considera “uno dei pilastri della scuola italiana e costituisce un tessuto culturale, economico e sociale fondamentale per il sistema dell’istruzione”. Secondo la leader di Fratelli d’Italia “è uno dei tanti settori che il governo Conte ha completamente dimenticato nonostante fornisca un grande servizio pubblico allo Stato e contribuisca a garantire il diritto alla libertà educativa sancito dalla Costituzione. non dimentichiamo, infatti, che la scuola paritaria è frequentata da quasi 900 mila alunni e impiega 140 mila persone tra docenti e personale amministrativo. Se non si interviene immediatamente, a settembre molte di queste scuole non riapriranno: un disastro che dobbiamo evitare perché far chiudere queste scuole vorrebbe dire creare un danno sia per le famiglie sia per lo Stato”.
Fratelli d’Italia, per evitare che il 30 percento delle scuole paritarie chiudano, ha proposto rimborso alle famiglie delle rette scolastiche per i servizi non fruiti durante i periodi di sospensione delle attività alla detraibilità al 100% delle rette pagate dalle famiglie durante la chiusura e istituzione di un fondo straordinario per aiutare le scuole a coprire le spese vive al credito d’imposta al 60% sugli affitti”.
Per Giorgia Meloni “la famiglia è stata completamente dimenticata e non ci si è minimamente preoccupati di programmare la «Fase 2» mettendo al centro i diritti e i bisogni di mamme, papà, ragazzi e bambini” e nessuno del governo “si è posto il problema di dare ai genitori degli strumenti che consentissero loro di tornare serenamente in ufficio o in fabbrica. Basti pensare ai giorni di congedo parentale straordinario, che non sono stati ancora aumentati nonostante le scuole siano ormai chiuse da tre mesi. Senza pensare alla fantasiosa proposta della didattica mista a settembre del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina: una follia che ha giustamente scatenato il panico”.