L’on. Roberto Giachetti: “disobbedienza civile in piazza leggendo il Vangelo”
a cura di Angelica La Rosa
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CI STIAMO DIMENTICANDO CHE TRA I PRINCÌPI COSTITUZIONALI SULLE LIBERTÀ INDIVIDUALI FIGURA ANCHE LA LIBERTÀ DI CULTO
Roberto Giachetti, storico militante Radicale, oggi deputato di Italia Viva, scende ogni mattina in piazza San Silvestro, a Roma, e recita un brano del Vangelo davanti alla chiesa, chiusa.
«Un’iniziativa mia, solitaria, un gesto di disobbedienza civile a disposizioni in contrasto con i princìpi costituzionali sulle libertà individuali, tra cui figura anche la libertà di culto», dice Giachetti in un’intervista al sito d’informazione International Family News (“iFamNews”).
La sua è una protesta netta contro il prolungamento della sospensione delle Messe deciso lunedì sera dal governo, sui cui era già intervenuta duramente la Conferenza Episcopale Italiana.
«Ho promosso questa iniziativa», prosegue il deputato, «per denunciare un problema del parlamento e della democrazia. Non penso che sia più possibile che, dopo due mesi, si proceda alla restrizione di libertà costituzionali attraverso un dPCM, senza che il parlamento possa intervenire. Si fosse trattato di un’altra libertà, non di quella di culto, sarei intervenuto ugualmente».
Proprio quanto lunedì auspicava il direttore di “IFamNews”, scrivendo: «Gli atei dovrebbero inorridire gridando per le strade che una democrazia non funziona affatto così. Mi verrebbe un’umile-ultima proposta. Ci vediamo domenica tutti in parrocchia alle 10:00 con labari religiosi e striscioni anticlericali?».
In una seconda intervista ad International Family News (“iFamNews”), Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, si rende disponibile al governo per ribaltare l’incresciosa situazione: «Le scrivo io il protocollo: distanza tripla rispetto a quella consigliata, all’aperto o in locali grandi con porte aperte e aerazione costante, niente omelia e niente segno della pace. Basta una telefonata tra la CEI e la presidenza del Consiglio dei ministri, e in 3 minuti si scrive il protocollo. È un problema di volontà». Per Gasparri, infatti, la decisione del premier Giuseppe Conte è «una palese violazione del Concordato, che nasce da un pregiudizio totale nei confronti della Chiesa Cattolica, di fronte alla quale invoca «gesti dimostrativi pacifici e sereni, che ricordino al governo che i cristiani ci sono e vogliono vedere rispettati i Patti Lateranensi, recepiti all’articolo 7 della Costituzione».
Ieri, 29 aprile, ricorreva il 75° anniversario della liberazione del campo nazionalsocialista di concentramento di Dachau, in Germania, dove furono internati 2794 sacerdoti, di cui 1773 polacchi, e di questi 868 vennero ammazzati, fra cui due vescovi. È una data indelebile nella memoria per chi, atei o credenti, ha a cuore la libertà religiosa, il primo dei diritti anche politici della persona umana, la cui garanzia è indice imprescindibile di civiltà. Sarebbe bello che proprio in questi giorni il governo italiano desse un segnale di discontinuità virtuosa ai cittadini italiani, atei e credenti, in nome della libertà di culto.