Giovanardi: “culto pubblico impedito non da legge ma dal Dpcm accettato dalla Cei”
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LA LIBERALIZZAZIONE DELLA CANNABIS COMPORTEREBBE, COME CONSEGUENZA AUTOMATICA, L’AUMENTO DEL CONSUMO DI COCAINA E EROINA. COLORADO DOCET
“Auspico che questa tragedia, questo tsunami del coronavirus, non finisca in un’ulteriore tragedia giudiziaria. Mi auguro che coloro che sono stati definiti “eroi”, i nostri medici e infermieri, non finiscano sotto processo”. Lo dice in questa intervista, in esclusiva per Informazione Cattolica, il senatore Carlo Giovanardi, che è stato vice Presidente della Camera dei Deputati dal 1999 al 2001, Ministro per i rapporti con il Parlamento dal 2001 al 2006 e Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri dal 2008 al 2011, sempre con Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio.
Senatore Giovanardi, dopo certe campagne stampe, adesso diventate anche iniziative giudiziarie, nei confronti di alcune strutture sanitarie, qual è la sua opinione?
“Certo ci sarà da approfondire, si dovrà fare una riflessione politica seria, ma non certo giudiziaria. Con calma e buon senso, senza strumentalizzazioni, si potranno mettere in luce gli errori e le omissioni, se ci sono stati, sia per non ripeterli in futuro che per trarne le dovute conclusioni politiche”.
Senatore Giovanardi, a suo giudizio come si è mosso il governo Conte in materia di coronavirus?
“Sicuramente con grandi ritardi. Tutto il mese di febbraio è da dimenticare. Non sono state approntante tutte quelle strumentazioni che potevano già prepararci a fronteggiare la situazione che ora stiamo vivendo. Certo ci sono delle attenuanti. Virologi e scienziati hanno avuto posizioni contraddittorie e quelli che oggi buttano la croce sulla regione Lombardia erano gli stessi che a febbraio sostenevano l’idea di riaprire tutto. E sto parlando dei sindaci di Milano (Sala) e Bergamo (Gori), del segretario del PD (Zingaretti) e anche dello stesso Matteo Salvini. ‘Chi è senza peccato scagli la prima pietra’, ci ricorda un celebre passo evangelico. È troppo facile fare oggi lo scaricabarile tra stato e regioni, e viceversa. Errori ed omissioni ci sono stati. Saranno i cittadini a tirarne le conseguenze, punendo chi ha sbagliato e premiando chi ha fatto le scelte giuste”.
Sulle prossime riaperture annunciate per il 4 maggio qual è l’opinione del Senatore Giovanardi?
“‘Pedro, adelante con juicio’, ci ricorda il Manzoni. Anche noi dovremmo avanzare cautamente. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra la protezione della salute delle persone e l’inderogabile necessità di mettere in moto l’economia, perché altrimenti milioni di uomini e donne di questo paese rischiano di non avere il minimo sufficiente per vivere”.
Sul criticato rapporto tra Governo Conte e Cei e sulla sospensione delle messe con i fedeli che idea si è fatto?
“C’è un principio contenuto nell’articolo 19 della Costituzione (‘Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume’) che è chiarissimo. In una situazione di emergenza, senza cambiare preventivamente questa norma costituzionale, e non per legge, ma solo attraverso una dubbia interpretazione del Dpcm dell’8 marzo, si è stabilita l’impossibilità di celebrare la messa con il popolo e l’utilizzo delle chiese per le loro finalità. Invece si continua ad andare al supermercato, nelle botteghe e fare tante altre cose che sono state consentite. Purtroppo c’è stata una interpretazione estensiva dello stesso Dpcm, accettata anche dalla Cei, tale da arrivare ad impedire il culto pubblico. Dopo la recente apertura di librerie e cartolerie diventa veramente incredibile vedere poliziotti e Carabinieri intervenire nelle chiese, peraltro molto grandi, e denunciare le poche persone presenti in sicurezza. Il ministro degli Interni e il Premier chiariscano se si tratti di episodi isolati o se siano state date direttive che giustificano tali comportamenti. È paradossale, e inaccettabile, che sia possibile portare in sicurezza il cane a passeggio, correre attorno alle case, frequentare cartolerie e librerie, fare la spesa al supermercato e non potere, in altrettanta sicurezza, rispettando le regole del distanziamento, partecipare ad un rito religioso”.
Senatore Giovanardi, per anni si è occupato di politiche antidroga. Recentemente dal Colorado sono arrivati dei dati scioccanti a distanza di cinque anni dalla legalizzazione della Cannabis. Qual è stata la sua reazione ai dati diffusi dallo stato federale americano?
“Mi dispiace che non abbia avuto adeguata diffusione il rapporto governativo dello stato del Colorado che sottolinea tutti i danni che sono derivati dalla legalizzazione, sia in termini di ospedalizzazioni, che incidenti, come anche per l’aumento del numero dei soggetti che sono passati all’uso di droghe ancora più dannose della Cannabis. I cattivi risultati ottenuti dal Colorado sono esattamente all’opposto di quanto ‘previsto’ dai sostenitori della legalizzazione, anche in Italia”.
Si fanno ancora politiche antidroga in Italia?
“In Italia, dal 2011, non è stato fatto praticamente nulla in materia. Quando ero il responsabile governativo su queste tematiche cercavo di fare vere politiche di contrasto alle droghe, attraverso sistemi di prevenzione, informazione ed educazione. Dal 2011 ad oggi non è stato nominato più nessun responsabile governativo sulla materia. Le comunità di recupero sono state abbandonate al loro destino. Purtroppo, invece, continuano ad imperversare gli antiproibizionisti, in sintonia con coloro che stanno investendo nel mondo centinaia di milioni di euro per ottenere la legalizzazione della cannabis in più stati possibili. Con quale finalità? Quella di allargare il mercato a milioni di nuovi consumatori”.
Qualche “intellettuale” si è espresso, addirittura, per la legalizzazione della cocaina. Cosa ne pensa?
“Che io sappia di proposte politiche per legalizzare cocaina ed eroina, per fortuna, non ce ne sono. Ma già la liberalizzazione della Cannabis comporterebbe, come conseguenza automatica, l’aumento del consumo di cocaina e eroina. Colorado docet”.